I Comuni italiani attraverso l’esperienza dei social network

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Si scrive Open Data, si legge condivisione dei dati, significa Trasparenza. E’ la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Ma siamo ancora ai primordi. Molto dipende dalle competenze tecniche e dalle dotazioni tecnologiche. Eppure è una filosofia di vita alla quale ormai le Amministrazioni Pubbliche si stanno confacendo, nolenti o volenti. Molto nella diffusione di questa filosofia di vita, stanno collaborando l’Associazione Wister e il ForumPa, rari esempi di altissima dedizione alla mission per l’innovazione italiana e diffusione della cultura informatica in Italia.
La tecnologia capitalizza l’efficienza, la cultura sociale e soprattutto una buona qualità di vita per ogni singolo cittadino. Il 3 marzo scorso L’Agenzia per l’Italia Digitale, facente capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ha reso pubblico un dossier per la strategia governativa di diffusione delle competenze digitali 2014-2020, pubblicando limiti ed efficienze attuali.
Scuola, Sanità, Enti locali, Comuni, Regioni, .. tutto deve essere interconnesso ed accessibile e soprattutto dietro tutto questo ci devono essere competenze, chiarezza e trasparenza. In genere si registra un aumento forte della presenza dei comuni italiani sui social network : in totale 461 profili ufficiali su tutto il territorio italiano, con una percentuale del 6% del totale dei comuni italiani attivi su Twitter.
I dati più completi li fornisce il Dipartimento della Funzione Pubblica : doverosamente menzionando la recente approvazione del Decreto di Semplificazione della PA (Legge 7 agosto 2015 n.124) -c’è da segnalare che il Dipartimento Funzione Pubblica ha incaricato l’Università di Modena e Reggio Emilia (Dip. di comunicazione e economia) di condurre una ricerca sull’uso dei social network da parte dei Comuni.
Prima le aziende private e ora le pubbliche amministrazioni hanno iniziato a gestire profili e pagine di diversi social media, con l’obiettivo di creare maggiori spazi di dialogo con gli utenti e i cittadini.
Ad oggi mancava in Italia una ricerca su scala nazionale che fornisse una fotografia ad alta risoluzione del fenomeno social della PA: la testimonianza di qualche esperienza, più o meno positiva, non era sufficiente a capire i trend in atto e a fornire indicazioni sulle possibili trasformazioni future.
L’Università di Reggio Emilia ha raccolto i dati forniti da oltre 200 comuni di medie-grandi dimensioni, permettendo di descrivere con maggiore precisione lo stato dell’arte del web 2.0 nelle amministrazioni comunali e di fare alcune valutazioni sui primi anni di investimento nei social media nonchè di formulare alcuni suggerimenti utili per l’uso futuro dei social network all’interno dei comuni e nelle relazioni tra questi e i cittadini.
Dai dati raccolti, è emerso che, negli ultimi 3 anni, il 45% dei comuni che ha partecipato all’indagine hanno investito in social media.
Gli strumenti nei quali si è investito più diffusamente sono risultati, nell’ordine, Facebook, YouTube, GoogleMap, Blog, Twitter.
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I comuni italiani di medie e grandi dimensioni (sopra i 15.000abitanti) sono 709. Quelli che hanno partecipato alla ricerca rispondendo al questionario on line sono stati 206, cioè il 29% della popolazione di riferimento. In particolare, hanno preso parte all’indagine: il 75% dei capoluoghi di regione, il 46% del totale dei capoluoghi di provincia
Da un punto di vista geografico, tutta l’Italia è ben rappresentata dal campione di rispondenti. Infatti i comuni che hanno risposto al questionario costituiscono: il 53% dei comuni del Nord, il 34% dei comuni del Centro, il 20% dei comuni del Sud, il 18% dei comuni delle Isole.

Twitter e Facebook, quindi, come motori di cittadinanza, consapevolezza, trasparenza e maggiore partecipazione: il back office governativo, il feed back degli sportelli.
E’ già rivoluzione.
twitter e cittadinanza

Al link l’articolo che ha segnato la svolta nelle analisi e consapevolezze dei Comuni in relazione all’uso dei social network : L’uso di Twitter cambia i rapporti tra Comuni e cittadini
Al momento non esiste ancora un rapporto completo e aggiornato sull’uso dei social network da parte delle Regioni. Sostanzialmente si potrebbe affermare che il trend è più o meno simile a quello dei Comuni, con qualche differenza, è evidente. Le Regioni sono Enti univoci di programmazione sociale più ampia anche se con minore penetrazione capillare, rispetto ai Comuni.
Chi si interessa maggiormente alla valutazione delle relazioni tra cittadini e Regioni è l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale).
Il 17 settembre a Roma l’AgId presenterà gli obiettivi per il nuovo anno e i risultati di una prima analisi d’impatto sulle competenze digitali della PA
Intanto il 23 luglio scorso l’AgID ha incontrato a Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della Funzione Pubblica, i dirigenti dei Sistemi informativi e delle Agende Digitali delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro ha avuto l’obiettivo di condividere, come già indicato dal Ministro Maria Anna Madia in una nota del 9 giugno, il percorso di realizzazione del Sistema pubblico di identità digitale (SPID), con particolare attenzione al contributo delle Amministrazioni regionali sulle iniziative già in atto riconducibili allo sviluppo della cittadinanza digitale e alle modalità di accesso ai servizi della PA.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per affrontare insieme le modalità di coordinamento istituzionale e di collaborazione stabile tra AgID e Regioni e Province Autonome, a partire dalle opportune correlazioni tra le azioni indicate nella strategia per la Crescita Digitale, le iniziative che le Regioni stanno realizzando e quelle che intendono promuovere nell’ambito della programmazione 2014-2020.

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