Nel post precedente (Il Dato Aperto al tempo dei socialnetwork. Comunicazione e informazione, alcune brevi riflessioni personali) ho espresso l’idea che la comunicazione in generale è un fatto di pura anarchia. Permettetemi di completare questo pensiero.
I social network ci rimandano un’immagine abbastanza plastica di questa idea di anarchia della comunicazione nel suo complesso. Un messaggio sms, un tweet, un post su facebook non seguono uno specifico obiettivo se non puramente comunicazionale, interagente con il livello di ‘amicizia‘ o ‘followers’ con i quali entriamo in comunicazione. Non ha altri scopi se non ‘scatenare‘ ulteriori messaggi o ‘reazioni‘. Infatti facebook ha modificato i ‘mi piace‘ con ‘espressioni di emozioni‘. La comunicazione in generale è un fatto ‘emozionale‘
Il dato ‘informazionale’ si inserisce quando alla comunicazione si aggiunge ‘la destinazione d’uso‘, la funzione o funzionalità, l’obiettivo, lo scopo.
Vedo di chiarire questa idea.
L’informazione vera è propria – ho manifestato nel post precedente – viene dall’Ente o ‘Fonte’.
Questa informazione viene veicolata o espressamente o ‘tra le righe’ attraverso l’enunciato pubblicato o reso noto, utilizzando qualunque strumento e portandolo alla conoscenza del vasto pubblico, poiché intende svolgere una funzione.
Infatti McLuhan diceva ‘il medium è il messaggio’, proprio per significare che è la fonte, e le modalità attraverso le quali si esprime, ad emanare il messaggio, l’informazione.
Più è diffuso il medium cui si affida la fonte, più è forte il messaggio.
Il pc, ad esempio, è un medium, ed è altamente ‘social’, oggi soprattutto.
Il messaggio intrinseco del pc, in generale, è una interrelazione di azioni ed espressioni umane, tra le più svariate e creative possibili. Ma anche una interrelazione di lavoro molto im-mediata. E’ la società di oggi nel tempo della globalizzazione.
Un altro medium sono le istituzioni, il loro rapportarsi con il cittadino, la loro tolleranza o disponibilità, il loro ‘fare’. Le istituzioni ‘aprendosi’ alla comunicazione trasparente e nello stesso tempo particolare, ossia vis a vis con il cittadino, nel loro relazionarsi tra esse stesse , veicolano una informazione in base al grado di ‘successo’ o ‘gradimento’ che riescono a raggiungere.
Ancora un altro medium per eccellenza è la tv, oggi sempre più ‘on demand’, o anche digitale, capace di trasformarsi o ‘fare servizio‘ ‘a richiesta’, differenziando in una miriade di esigenze particolari, le proprie offerte. Il dato informazione viene proprio da questa multicultura dello strumento, dalla capacità di adattarsi ai vari aspetti della trasformazione sociale, globale.
L’informazione è il ‘multitasking’ di cui oggi non se ne può fare a meno. E’ un dato ‘politico’-sociale.
Dunque la comunicazione in sé non ha dato ‘politico’ fino a quando non acquisisce una finalità
A quel punto dalla comunicazione generale o generalizzata si possono sviluppare svariate forme di comunicazione : la comunicazione pubblica, di crisi, sociale, istituzionale, di servizio …
Queste comunicazioni hanno un dato informazionale, non sono più anarchiche, perseguono uno scopo.
Anche un semplice cittadino che scrive un tweet può trasmettere una informazione: su di sé, su un fatto o evento a cui ha assistito, per esempio.
Potremmo definire questa una forma di giornalismo- informativo? No, certamente perchè ci troviamo su un piano leggermente al di sotto della rilevanza sociale più ampia.
Eppure alcuni post o tweet di singoli utenti social possono avere valore informativo quando ci raccontano un fatto che ha una certa importanza, ci informano su una cosa di ampio valore sociale.
Generalmente, però accade che che la comunicazione del singolo utente è un evento puramente autobiografico e quindi di ‘scarso valore informazionale’ ma di elevato valore ‘relazionale’
Quindi riassumendo: l’informazione veicola un dato ‘politico’;
la comunicazione veicola una informazione solo quando persegue uno scopo, anche particolare;
la comunicazione senza finalità d’uso, quindi in generale, veicola una informazione solo quando assume un valore sociale ‘il più ampio possibile’, altrimenti è pura anarchia ma …relazionale.
Gli Open Data portano una informazione sulla fonte di riferimento : quanto più ‘open’ sono e quanto più ‘successo’ incontrano tra il ‘pubblico-utente’, tanto più forte sarà il loro messaggio.
L’informazione, dunque, deve possedere la capacità di raggiungere un vasto pubblico interessato, altrimenti è una semplice comunicazione, con o senza finalità