Carta di Intenti per l’Innovazione

Il testo ha recepito le osservazioni e le proposte di un ampia discussione. La versione finale pubblicata il 31 gennaio è stata presentata al Convegno “Meglio tardi che mai” del 4 febbraio – Roma (presso il CNR) (https://www.statigeneralinnovazione.it/progetti/2013-2/roma-lagenda-dellinnovazione-per-il-futuro-dellitalia/). Successivamente è partita un’attività collaborativa per la definizione di proposte di legge sui diversi punti della Carta[1] e che saranno discusse nella terza Consulta Permanente dell’Innovazione (21 maggio, Roma).

Cambiare modello

L’innovazione, nel nostro Paese, è spesso concepita come un ambito circoscritto, strettamente tecnologico. Nulla di più sbagliato. Si tratta del futuro sociale ed economico del nostro Paese. Si tratta della qualità della vita di tutti noi.

La vera rivoluzione, il vero cambiamento sulle politiche dell’innovazione sta nel modificare radicalmente l’ottica con cui dobbiamo trattarle. Da area di intervento, da settore specifico di sviluppo e di crescita, intrecciato con il mondo delle imprese e della pubblica amministrazione, a base per un nuovo paradigma del Sistema Italia, della società italiana.

Il nodo dirimente, il cambiamento atteso non stanno tanto in una politica più lungimirante sull’innovazione, ma nell’identificazione del futuro da costruire, nella consapevolezza che è necessario un chiaro cambio di modello e non un semplice miglioramento nell’efficacia degli interventi. Migliore qualità della vita, sviluppo economico e sociale, sono obiettivi alla portata dell’Italia, che ha le risorse per essere anche avanguardia su diversi settori, valorizzando i propri talenti, le proprie ricchezze ambientali e storiche.

Perché questa Carta

Come Associazione Stati Generali dell’Innovazione abbiamo intrapreso diverse iniziative sia per supportare l’elaborazione di un piano strategico per l’innovazione sia per portare in evidenza e connettere le tante esperienze di valore che si stanno realizzando sul territorio, partendo dal presupposto che è “dall’ambito operativo di chi fa innovazione” che si deve avviare un processo di partecipazione globale di tutti i portatori di interesse (politica, amministrazioni, imprese, università, centri di ricerca, terzo settore, privati cittadini), finalizzato alla costruzione di una prospettiva condivisa per l’Italia sia per un cambio effettivo nella politica dell’innovazione. I provvedimenti in tema di Agenda Digitale approvati nella legislatura hanno rappresentato importanti passi in avanti, ma continua a mancare un piano strategico organico e diversi capitoli fondamentali (come commercio elettronico, alfabetizzazione digitale) sono ancora da affrontare in modo significativo. Molto è ancora da fare.

La Carta d’Intenti per l’Innovazione dell’Italia si colloca in questa prospettiva, come l’indicazione delle priorità programmatiche per le politiche dell’innovazione sulle quali chiediamo a chi si candida al Governo del Paese l’impegno a sostenerle.

La visione strategica

La visione che cerchiamo di realizzare è quella di una società che riconosce l’interesse collettivo come primario, il sistema pubblico di servizi come necessità della collettività per garantire il valore del merito e dei talenti, lo sviluppo e la crescita economica e sociale. La ricerca del miglioramento della qualità della vita passa pertanto attraverso una scelta di valori, che si identificano con il benessere della collettività e l’uguaglianza delle condizioni di partenza.

Le priorità programmatiche per le politiche dell’innovazione si inquadrano peraltro perfettamente con la Strategia per l’Europa del 2020 ovvero una crescita intelligente, basare lo sviluppo economico sulla conoscenza e sull’innovazione, una crescita sostenibile, ovvero promuovere un’economia più efficiente, più verde e più competitiva e una crescita inclusiva, ovvero promuovere un’economia che consenta un alto tasso di occupazione e favorisca la coesione sia tra le persone sia tra i territori. Per la realizzazione di tali priorità occorre realizzare azioni su cinque temi specifici quali

  1. il lavoro (raggiungere l’occupabilità nel 75% delle persone tra i 20 e i 64 anni)
  2. ricerca e sviluppo (ottenere un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL)
  3. ambiente (ridurre l’effetto dei gas effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990, incrementare la quota delle fonti di energia rinnovabili al 20% del consumo finale di energia e ottenere un miglioramento del 20% dell’efficienza energetica)
  4. istruzione (ridurre gli abbandoni scolastici al di sotto del 10% e ottenere l’aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria)
  5. povertà (liberare almeno 20 milioni di persone dal rischio di povertà e di esclusione)

La scelta di porre al centro delle politiche dell’innovazione la qualità della vita ne comporta altre, che privilegiano alcuni concetti basilari, centrali nella nostra visione dell’innovazione:

  • la sostenibilità, in termini di ricerca pragmatica di soluzioni per evitare lo sfruttamento intensivo di risorse non rinnovabili. Porre il focus sulla sostenibilità significa occuparsi sia della realizzazione di un modello di sviluppo che produca ed utilizzi risorse rinnovabili, sia di rivedere il modello di utilizzo delle risorse, verso modelli di condivisione. In questo contesto le nuove tecnologie devono essere viste nel loro duplice ruolo di strumento (per sostenere e conseguire la sostenibilità), e di prodotto sostenibile esse stesse, ovvero già espressione di un modello produttivo e di smaltimento innovativo e sostenibile;
  • l’apertura (openness), intesa come modello collaborativo di produzione e di conoscenza, che attraversa sia il tema dell’open government declinato anche attraverso gli open data, sia la realizzazione/utilizzo di prodotti software, sia la progettualità diffusa, come possibilità di connettere idee e proposte, progetti ed esperienze;
  • la centralità territoriale, in quanto si considera il territorio come fulcro delle politiche dell’innovazione che si fanno concrete risposte alle esigenze dei cittadini e delle comunità. In questo contesto è essenziale l’adozione di tre strategie: a) favorire lo sviluppo delle smart city, come strumento di approccio integrato sia rispetto ai diversi settori (sanità, scuola, energia, ambiente, mobilità, …) sia rispetto ai diversi livelli/sottosistemi (sociale, culturale, economico, ..);
 b) adottare il modello della Open Innovation (come definita da Henry Chesbrough), che prevede che le aziende acquisiscano e concedano in licenza le innovazioni attraverso scambi con altre aziende, così favorendo la crescita e lo sviluppo delle PMI, e dei living labs (alle attività di ricerca e innovazione), che consente agli utilizzatori – rappresentati da un gruppo di potenziali utenti e/o consumatori o dagli stessi abitanti di un’intera comunità o dai componenti di un “network” – di collaborare attivamente nello sviluppo e nella sperimentazione dei nuovi prodotti ad essi destinati; c) stimolare l’utilizzo del Cloud Computing come soluzione tecnologica che consente di ottimizzare i costi di gestione dei servizi, pur mantenendo il controllo delle loro politiche a livello dei singoli territori. Il concetto ispiratore del Cloud Computing va oltre la semplice dimensione tecnica e dimostra il potenziale di un approccio collegiale in cui la federazione delle competenze e delle specializzazioni (tra territori diversi, enti, istituti, gruppi, operatori, ..) permette una collaborazione efficace ed una cooperazione orientata ad un obiettivo comune, da raggiungere con minore costo e maggiore valorizzazione delle esperienze presenti

In questa visione lo sviluppo delle “comunità intelligenti”, come previsto dalla legge sull’Agenda Digitale approvata a fine dicembre, si rimodula rispetto ad una definizione più ampia e basata sulla costruzione non centralistica. Così per comunità intelligente intendiamo una comunità che opera in presenza e in rete, in grado di dar luogo ad opportunità dirette di partecipazione attiva e di governance per affrontare tutte le tematiche del territorio allo scopo di migliorarne la qualità della vita. Una “comunità” costruita sia come struttura connettiva (aperta, consapevole e finalizzata), sia come struttura adattiva, capace di generare dati e conoscenza e di far evolvere i propri comportamenti. In relazione al territorio, le comunità intelligenti identificano l’ambito in cui si esplicano la capacità di governo e i livelli di aggregazione amministrativa opportuni (area municipale o comunale, sistema metropolitano, area vasta territoriale/provinciale) rispetto alle tematiche gestibili in autonomia.

Una proposta di politica strategica dell’innovazione parte anche dal tratteggiare la nuova Italia che vogliamo:

a. semplice, grazie alla possibilità di usufruire di servizi costruiti secondo le esigenze dei cittadini e della collettività
b. sostenibile, grazie allo sviluppo equilibrato delle diverse componenti (sviluppo economico, rispetto per l’ambiente, equità sociale, differenze culturali, cura delle esigenze della persona); 
c. sicura, anche grazie ad un rispettoso utilizzo dei nuovi strumenti a disposizione, con l’intento di una prevenzione individuale, collettiva e ambientale;
d. consapevole, così da costruire un terreno fertile per lo sviluppo del merito e della conoscenza, grazie all’innovazione del sistema educativo e culturale in tutte le sue componenti (formazione, scuola, comunicazione);
e. competitiva, grazie ad una politica industriale organica che sfrutti le nuove tecnologie per valorizzare gli asset principali del nostro Paese (territorio, clima, beni culturali, creatività, stile, esperienza artigiana) e si proponga di mettere al centro del processo non più il consumo di soluzioni altrui ma l’elaborazione e l’ingegnerizzazione autonoma di modelli tecnologici propri. 
f. inclusiva, che come risultato massimo della consapevolezza costruisca gli elementi vitali di una nuova democrazia digitale basata sulla multiculturalità, l’integrazione, la valorizzazione delle differenze (non ultime quelle di genere), la progettazione partecipata.

Le dieci + una priorità

Le dieci priorità programmatiche per le politiche dell’innovazione sulle quali chiediamo l’impegno di chi si candida al Governo del Paese, e nelle assemblee legislative nazionali e (rispetto alle specifiche competenze della Regione) territoriali.

  1. Definire e mettere in atto un Piano strategico per l’innovazione. Senza un Piano complessivo i provvedimenti, pur positivi, rischiano di non produrre reali ed efficaci cambiamenti. Nella legge “Crescita 2.0” (Decreto 179/2012 convertito nella Legge 17 Dicembre 2012 N. 221), grazie ad un emendamento basato su una nostra proposta, è previsto che il piano sia realizzato nei primi mesi del 2013. Quindi come uno dei primi atti del nuovo Governo. Ma non è importante soltanto la tempistica. Sono fondamentali la qualità e l’accuratezza del piano, che devono consentire di identificare azioni concrete ed obiettivi misurabili
  2. Realizzare un programma nazionale per l’alfabetizzazione digitale sul quale focalizzare il sistema educativo nella sua interezza. Lo sviluppo delle competenze digitali è fondamentale per il nostro Paese, che soffre su questo campo di uno svantaggio molto grave nei confronti della gran parte dei Paesi Europei, come anche rilevato dal recente rapporto PISA. Ne paghiamo i danni sul fronte dello sviluppo economico-sociale, ma anche dell’inclusione e dell’esercizio dei diritti democratici. ll programma di alfabetizzazione digitale dovrà partire dalla centralità della Scuola, non solo come ambito di sviluppo delle competenze degli studenti, ma anche come luogo di raccordo e di costruzione dello sviluppo culturale del territorio, evidenziando il ruolo delle università e delle biblioteche come luoghi aperti di incontro e di scambio fisico e virtuale. Inoltre, dovrà prevedere la disseminazione sul territorio di “telecentri” e piazze telematiche dove possano incontrarsi coworking e formazione, attività ICT assistite e iniziative sociali. Il coinvolgimento, in particolare, di attori in grado di agire come moltiplicatori sul territorio (quali centri di quartiere, associazioni di volontariato, ecc.) diventa di cruciale importanze per raggiungere capillarmente contesti e cittadini a maggior rischio di esclusione, e per dar vita a processi di sperimentazione di innovazione sociale. Il contratto di servizio e la missione RAI devono includere l’impegno pubblico per l’alfabetizzazione digitale con una programmazione dedicata;
  3. Porre la Scuola al centro come luogo di investimento e di creazione di valore. Rilanciare il ruolo della Scuola, dell’Università, della formazione continua e di tutte le agenzie formative per scandire un’evoluzione dei modelli d’apprendimento in relazione agli scenari del cambiamento, secondo nuovi principi educativi come il social learning (le piattaforme Web che declinano in ambito educativo le potenzialità dei social network).
  4. Attuare l’Open Government nei processi decisionali. Per avviare le pratiche di Open Government, dopo il passo necessario (e obbligatorio ai sensi della legge sopra citata) dell’apertura dei Dati, è importante andare oltre le consultazioni estemporanee e definire modalità sistematiche di partecipazione nei processi legislativi, in modo che i portatori di interesse possano contribuire in modo efficace. Le modalità potranno andare dalla pubblicazione delle bozze delle iniziative legislative governative di maggiore importanza, ad un percorso consultivo strutturato, all’apertura di piattaforme online per la proposta di idee legislative (legislazione diffusa), come di recente avviato in Finlandia;
  5. Promuovere il commercio elettronico e lo sviluppo della cultura digitale delle piccole e medie imprese, in termini di riorganizzazione dei loro processi produttivi e di marketing, per massimizzare i benefici offerti dalle nuove tecnologie digitali (e non), attraverso anche l’introduzione di meccanismi di incentivazione. Incentivare la nascita di Reti di imprese.
  6. Riconoscere l’accesso in banda larga come servizio universale. Il livello di qualità e la larghezza della banda devono essere definiti in modo da raggiungere l’obiettivo primario dello sviluppo sociale ed economico, e quindi anche rispetto alle evoluzioni tecnologiche e alle situazioni presenti nei paesi UE, partendo da un livello minimo di banda e avendo un graduale obiettivo di garantire la banda larga di terza generazione a tutta la popolazione. L’approccio deve essere tecnologicamente neutrale e gli operatori che forniscono questo servizio universale devono rispettare i principi della “net neutrality”, come ribaditi anche nell’Agenda Digitale Europea.
  7. Ridurre le barriere all’ingresso del mercato delle telecomunicazioni e Realizzare il modello della “fibra dei cittadini”. Ridurre le barriere all’ingresso del mercato delle telecomunicazioni, per stimolare la partecipazione al mercato della infrastrutturazione in fibra da parte della piu’ ampia pluralita’ di soggetti, nel rispetto del quadro comunitario, anche di cittadini associati con formule che permettano di realizzare di fatto il modello della “fibra dei cittadini”. La proposta è di prevedere che la parte di fibra dell’ultimo miglio (FTTH – fiber to the home) sia considerata come pertinenza degli edifici, consentendo la realizzazione di cablaggio in banda larga con un costo molto basso e con utilizzo ampio della banda (non solo per Internet e voce).
  8. Cambiare il modello del lavoro, con un riconoscimento esplicito dell’Economia della Conoscenza e di conseguenza un adeguamento delle politiche del lavoro rivolte alle nuove forme di produzione del valore cognitivo (con modalità di lavoro in mobilità, smart working). Definire di conseguenza le politiche di tutela del lavoro precario, intercettando tutte le espressioni informali d’impresa creativa, per ridisegnare un sistema di welfare e di sostegno alla flessibilità. In ottica più generale, anche con meccanismi come il reddito minimo di cittadinanza.
  9. Sviluppare il mercato dell’open innovation, usando con attenzione le risorse che le Regioni possono mettere a disposizione delle imprese e curando la crescita della loro capacità di innovazione secondo un modello che valorizzi le specificità italiane.
  10. Mettere in rete l’intera filiera dell’Innovazione – Università, Impresa, Credito, Territorio – per rendere possibile una politica economica centrata sull’ innovazione come motore della crescita e dello sviluppo del nostro paese, anche ridefinendo l’attuale concetto di “start-up” verso un’accezione sempre piu’ imprenditoriale, anche in riferimento ai laboratori di ricerca. Prevedere e incentivare attività di trasferimento tecnologico.
  11. Promuovere politiche dell’innovazione sensibili alle differenze, a partire da quelle di genere– Riconoscere ed integrare i bisogni, gli interessi e le competenze delle donne nella ricerca, nei progetti e nei dibattiti sull’innovazione, per un approccio pluralista e inclusivo delle differenze in generale; promuovere iniziative per colmare il digital divide di genere, per il supposto alle start up femminili, per aumentare la presenza di donne nei percorsi di studio e nelle carriere ICT, per una migliore sinergia tra innovazione sociale e innovazione strettamente tecnologica.

Candidati alle elezioni politiche e regionali che aderiscono (in continuo aggiornamento) 

Iniziamo a ricevere le prime adesioni dei candidati alle elezioni politiche e alle elezioni regionali che si impegnano a sostenere le dieci priorità programmatiche per le politiche dell’innovazione (e che compongono la Carta d’Intenti per l’Innovazione).

Ecco i primi nomi:

  1. Laura Abba (candidata FARE Fermare il declino al Senato)
  2. Umberto Ambrosoli (candidato Presidente Regione Lombardia)
  3. Salvatore Aprile (candidato Lista Bongiorno alla Regione Lazio)
  4. Cristina Avenali (candidata Lista Zingaretti alla Regione Lazio)
  5. Lucia Avigo (candidata Lista Monti alla Camera)
  6. Emanuela Baio (candidata Lista Monti al Senato)
  7. Davide Barillari (candidato M5S Presidente alla Regione Lazio)
  8. Angela Barone (candidata PD al Senato)
  9. Imma Battaglia candidata Lista civica Zingaretti alla Regione Lazio)
  10. Cristina Belloni (candidata SEL alla Camera)
  11. Lorenza Bonaccorsi (candidata PD alla Camera)
  12. Angelo Bonelli (candidato Rivoluzione Civile alla Camera)
  13. Nando Bonessio (candidato Rivoluzione Civile alla Regione Lazio)
  14. Luigi Buoncristiani (candidato Rivoluzione Civile al Senato)
  15. Raffaele Campanile (candidato Rivoluzione Civile alla Camera)
  16. Tatiana Campioni (candidata Lista civica Zingaretti alla Regione Lazio)
  17. Selena Caputo (candidata M5S alla Regione Lazio)
  18. Roberto Cassinelli (candidato PDL alla Camera, aderisce per i punti strettamenti connessi all’innovazione tecnologica, comunque con riserva di approfondimento)
  19. Maria Chiara Carrozza (candidata capolista PD alla Camera)
  20. Mauro Cioffari (candidato SEL alla Camera)
  21. Luigi Cobellis (candidato UDC alla Camera)
  22. Paolo Coppola (candidato PD alla Camera)
  23. Federica Daga (candidata capolista M5S alla Camera)
  24. Ivana Della Portella (candidata PD al Senato)
  25. Arturo Di Corinto (candidato SEL alla Regione Lazio)
  26. 
Andrea Di Martino (candidato SEL alla Camera)
  27. Nicola Di Mauro (candidato SEL alla Camera)
  28. Ferruccio Diozzi (candidato Rivoluzione Civile alla Camera)
  29. Michele Dotti (candidato Rivoluzione civile alla Camera)
  30. Domenico Falconieri (candidato M5S al Senato)
  31. Valeria Fedeli (candidata capolista PD al Senato)
  32. Marco Furfaro (candidato SEL alla Regione Lazio)
  33. Giuliano Gasparotti (candidato Lista Monti alla Camera, collegio Toscana)
  34. Paolo Gentiloni (candidato PD alla Camera)
  35. Cinzia Giachetti (candidata Lista Monti alla Camera)
  36. Dario Ginefra (candidato PD alla Camera)
  37. Giorgio Gori (candidato PD al Senato)
  38. Valentina Grippo (candidata PD alla Regione Lazio)
  39. Linda Lanzillotta (candidata capolista Lista Monti al Senato)
  40. Erminio Latini (candidato alla Regione Lazio Lista Civica per Nicola Zingaretti)
  41. Beatrice Lorenzin (candidata PDL alla Camera, aderisce su alcuni punti, da approfondire)
  42. Fabio Luciani (candidato PD alla Regione Lazio)
  43. Marianna Madia (candidata PD alla Camera – Circoscrizione Lazio 1)
  44. Serena Malta (candidata nella lista rivoluzione civile alle elezioni regionali del Lazio 2013)
  45. Veronica Mammi (candidata M5S alla Regione Lazio)
  46. Gianfranco Mascia (candidato Rivoluzione Civile alla Regione Lazio)
  47. Sonia Massobrio (candidata Lista Monti al Senato)
  48. Davide Mattiello (candidato PD alla Camera)
  49. Carlo Maria Medaglia (candidato Lista Monti alla Camera)
  50. Marco Meloni (candidato PD alla Camera)
  51. Silvana Menapace (candidata PD alla Regione Lombardia)
  52. Walter Merenda (candidato Lista Civica per Nicola Zingaretti alla Regione Lazio)
  53. Salvo Mizzi (candidato Lista Monti alla Camera)
  54. Roberto Morassut (candidato PD alla Camera)
  55. Federico Munerotto (candidato M5S al Senato)
  56. Andrea Olivero (candidato capolista Lista Monti al Senato)
  57. Alessandro Onorato (candidato UDC alla Camera)
  58. 
Antonio Palmieri (candidato PDL alla Camera aderisce su alcuni punti e altri da approfondire)
  59. Ezio Paluzzi (candidato Rivoluzione Civile alla Regione Lazio)
  60. 
Francesca Panzarin (candidata consiglio regionale Lombardia Lista Civica con Ambrosoli)
  61. Eugenio Patané (candidato PD alla Regione Lazio)
  62. Paolo Pilotto (candidato PD alla Regione Lombardia)
  63. Laura Pizzotti (candidata M5S al Senato)
  64. Laura Puppato (candidata capolista PD al Senato)
  65. Stefano Quintarelli (candidato Lista Monti alla Camera, non su tutti i punti)
  66. Paolo Quinto (candidato PD alla Camera)
  67. 
Ermete Realacci (candidato PD alla Camera)
  68. Leonardo Ristori (candidato Fare per Fermare il Declino alla Camera)
  69. Luisa Rizzitelli (candidata Lista civica Per Ambrosoli alla Regione Lombardia)
  70. 
Antonio Rusconi (candidato PD al Senato)
  71. Dante Santacroce (candidato M5S alla Regione Lazio)
  72. Gianluca Santilli (candidato PD alla Camera)
  73. Rosanna Santonocito (candidata Lista Civica Ambrosoli alla Regione Lombardia)
  74. Ivan Scalfarotto (candidato PD alla Camera)
  75. Gea Schirò Planeta (candidata capolista Scelta Civica con Monti per l’Italia alla Camera)
  76. Lucia Sileo (candidata PD alla Camera)
  77. Claudio Sperandio (candidato M5S alla Camera)
  78. Roberto Speranza (candidato capolista PD alla Camera)
  79. Valentina Stefutti (candidata Rivoluzione Civile alla Camera)
  80. 
Irene Tinagli(candidato capolista Lista Monti alla Camera)
  81. Giuseppe Vacciano (candidato del M5S per il Senato)
  82. Massimiliano Valeriani (candidato PD alla Regione Lazio)
  83. Vincenzo Vita (candidato PD al Senato)
  84. Lucia Zabatta (Candidata PD alla Camera)
  85. Nicola Zingaretti (Candidato Presidente alla Regione Lazio)

Lista completa degli altri aderenti (in continuo aggiornamento) 

  1. AIDA, Associazione Italiana Documentazione Avanzata
  2. Vincenzo Adinolfi, presidente Associazione AMICI DEL POLLINO a tutela e sviluppo del Parco Nazionale del Pollino
  3. Leandro Aglieri, Presidente Cloud4Defence e componente Comitato Tecnico Scientifico di AFCEA
  4. Tiziana Allegra, Amministratore Unico MTM TECH srl
  5. Carlo Amato, Responsabile progetto wikinforma.dap.giustizia.it, D.A.P. – Ministero della Giustizia, Roma
  6. Fulvio Ananasso, Strategic Advisor ICT/T3i (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  7. Luisa Armenia, lavoratrice precaria nell’ambito comunicazione. Esperta in ICT, social media, comunicazione sul web.
  8. Nunzia Armento, Ministero dei Beni Culturali, Commissaria della CRPO della Regione Basilicata
  9. Paola Bacchiddu, Giornalista
  10. Cristiana Bartolini
  11. Marina Bellini, Autore, regista, videomaker
  12. Alessio Beltrame, Assessore Innovazione Provincia di Prato
  13. Pietro Berrettoni, Presidente FIDAInform (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  14. Maurizio Betelli, Vice Presidente Associazione InNova Bergamo
  15. Annaflavia Bianchi, economia dell’innovazione, UniFE, UniURB e SGI
  16. Ezio Bianchi, Presidente Associazione Onlus Cittadini per Cittadini L’Aquila
  17. Danilo Bianco, Marketing & Sales Selex ES
  18. Gianluca Blasi, Presidente “Rompiamo gli schemi” – Tecnologie dell’informazione a servizio dei cittadini e delle Imprese.
  19. Ugo Bonelli, Economista (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  20. Marcello Bonitatibus (Responsabile ricerca ed europrogettazione) Carsa Srl,The thinking company, Pescara
  21. Dino Bortolotto, Presidente Assoprovider
  22. Frieda Brioschi, Presidente Wikimedia Italia (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  23. Andrea Caccia,Coordinatore Commissione Dematerializzazione AITI e Direttivo ANORC
  24. Angelantonio Cafagno, freelance ICT consultant (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  25. Marco Calvo, Presidente Liber Liber (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  26. Sergio Capitanio, Managing Director
  27. Fabrizio Carapelotti, Ministero dello Sviluppo Economico
  28. Luca Ceccarelli, Presidente Associazione Innovazione per l’Italia
  29. Claudio Cipollini – Direttore Generale Retecamere
  30. Giacomo Matera Capicciuti, Ingegnere
  31. Massimo Cittadini, artista, direttore scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte, Accademia di Belle Arti di Carrara
  32. Bianca Clemente, Regione Campania
  33. Franco Coen Sacerdotti
  34. Bruno Conte, Manager Non Profit (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  35. Silvia Costa, Europarlamentare PD
  36. Umberto Croppi, Presidente UnaCittà, candidato sindaco al Comune di Roma, lista civica “Cominciamo da Roma”
  37. Ciro D’Aniello (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  38. Margherita Da Cortà Fumei, docente, formatrice e consulente
  39. Maria Del Bianco
  40. Piero Dominici, docente universitario, Università degli studi di Perugia
  41. Giovanna Doria, Asl Salerno
  42. Fernanda Faini, Giurista
  43. Sergio Farruggia, Consulente per l’Informazione Geografica (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  44. Cecilia Felici, Amelya The Personal Planner Srl
  45. Sergio Ferraris, Giornalista scientifico, Direttore responsabile ed editoriale QualEnergia
  46. Marco Franceschini, consigliere comunale a Trento per il PD
  47. Marco Fratoddi, Direttore “La nuova ecologia” (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  48. Myriam Ines Giangiacomo, libero professionista, presidente AIF Lazio
  49. Anna Giannetti – membro Stati Generali Innovazione, consulente e imprenditrice
  50. Maria Giordano, Ufficio stampa, Relazione esterne e comunicazione Responsabile comunicazione web, Ama S.p.A
  51. Nicola Guarino, dirigente CNR (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  52. Nello Iacono, vicepresidente Associazione Stati Generali dell’Innovazione
  53. Carlo Infante, Presidente Urban Experience (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  54. Cristina Introppi, Ingegnere informatico
  55. IWA, Associazione Internazionale per la Professionalità nel Web
  56. Giorgio Jannis presidente dell’Associazione culturale NuoviAbitanti
  57. Nicola Landucci, Assessore all’Innovazione della Provincia di Pisa
  58. Giuseppe Laquidara, CEO, X23 srl
  59. Andrea Latino, Fondatore progetto no-profit GSE (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  60. Stefano Laurenti, UnaRete (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  61. Eugenio Leone, Presidente ToscanaIn (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  62. Caterina Lupo, consulente (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  63. Mauro Magnani, Fondatore e Community Manager “CITTADINI DIGITALI. Siamo noi quelli che stiamo aspettando”
  64. Daniela Mangini, giornalista e copywriter freelance
  65. Giuliana Manica, Consigliera regionale PD Piemonte
  66. Giovanna Marsico, direttrice della piattaforma collaborativa Cancer Contribution
  67. Flavia Marzano, Presidente Associazione Stati Generali dell’Innovazione
  68. Roberto Masiero, Presidente Fondazione Think! (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  69. Marika Mazzi Boém, Strategist X23 srl
  70. Tiziana Miceli Sopo, funzionario Automobile Club d’Italia, Roma
  71. Silvio Mossetto, Associazione Culturale Musica 90
  72. Fosca Nomis, Consigliere Comunale PD Torino
  73. Nello Onorati – Presidente di Sistema Cilento
  74. Gianni Orlandi, Presidente AURIS (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  75. Lorenzo Orlando, Ricercatore (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  76. Javier Ossandon, Former President European network ELANET, già Direttore all’Innovazione ANCITEL S.p.A
  77. Gaetano Palombelli, Responsabile Area Istituzionale, Personale, Polizia provinciale, Informazione comunicazione e-government, Statistica – Ufficio studi UPI
  78. Maurizio Patarini (consigliere Comunale Comune di Latina delegato del Sindaco per Smart city)
  79. Fausta Pavesio, Consigliere del Club TI Milano
  80. Dora Maria Penaloza, Direttore Generale ABCnet Società di consulenza per strategie d’impresa
  81. Dunia Pepe, Ricercatrice
  82. Raffaella Perini
  83. Paolo Pilotto, Gruppo PD Provincia Monza e Brianza
  84. Nicola Pirina, Libero professionista
  85. Eugenio Minucci, operations assistant Stati Generali dell’Innovazione
  86. Rosa Oliva , presidente ASS Aps Rete per la Parità
  87. Giuseppe Pedicini, @CULT – Area Marketing & Communication
  88. Monica Pisciella, Libera professionista
  89. Caterina Policaro, Insegnante, formatrice sulle tecnologie didattiche, blogger
  90. Daniel Pommier Vincelli, ricercatore – Sapienza università di Roma
  91. Renzo Provedel, Imprenditore (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  92. Morena Ragone, Giurista e Stati Generali dell’Innovazione
  93. Paola Ribaldi, Ministero dello Sviluppo Economico
  94. Marcello Ribera, rappresentante dell’associazione logOut lab
  95. Nicola Christian Rinaldi, Head of research And Innovation
  96. Emanuele Rizzo, Segretario generale ASAS (Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie ICT per lo Spazio)
  97. Attilio A. Romita
  98. Paolo Russo, Coordinatore Comitato Scientifico Associazione Italia 2050 (componente direttivo Associazione Stati Generali dell’Innovazione)
  99. Fabrizio Samorè, Osservatorio Mercato del Lavoro, CGIL Roma e Lazio
  100. Paolo Sbattella, Dottore commercialista – Libero professionista
  101. Erminia Sciacchitano, Ministero Beni culturali, Referente per il Consiglio d’Europa per il Segretariato generale, Responsabile Unità ricerca e sperimentazione DG valorizzazione patrimonio culturale
  102. Massimo Sernesi
  103. Giuseppe Silvi, bit & watt AGE
  104. Antonio Solinas
  105. Laura Strano
  106. Giampiera Usai, segretaria generale dell’ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori)
  107. Giuseppe Vargiu, Amministratore di impresa
  108. Marina Zampetti, Fondazione Alessandro Cruto di Piossasco

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