“Recuperare i ritardi e cogliere le opportunità di crescita”. Su Green Economy Report si parla di Stati Generali dell’Innovazione

Condividiamo l’articolo che Green Economy Report, mensile tematico su imprese, innovazione e sostenibilità, ha dedicato a Stati Generali dell’Innovazione, con una lunga intervista della giornalista Francesca Druidi al Presidente Fulvio Ananasso.
Di seguito il testo dell’intervista. Per scaricare il pdf dell’articolo clicca QUI.

Dal 2011 l’associazione Stati Generali dell’Innovazione (SGI) rappresenta un punto di riferimento per associazioni, organizzazioni, imprese e singoli impegnati sul fronte dell’innovazione, dal punto di vista sociale, industriale e della trasformazione digitale della nostra società, favorendo la sinergia delle singole iniziative e massimizzandone l’efficacia. La pandemia ha contribuito ad accelerare ancora di più il processo di innovazione e al contempo ha reso ancora più evidenti le diverse criticità del nostro Paese su questo fronte, come rileva il presidente di SGI Fulvio Ananasso, che vanta 40 anni di esperienza internazionale nelle telecomunicazioni-Ict occupandosi di aspetti tecnologici, giuridici ed economici.

Che scenario si può delineare dello stato di innovazione dell’Italia?

«Lo stato dell’innovazione in Italia presenta da un lato ritardi e ostacoli ben noti – si pensi alle difficoltà burocratiche di costituire start-up e reperire finanziamenti rispetto all’estero, alle piccole dimensioni delle nostre micro-Pmi di open innovation, alle resistenze (sostanzialmente culturali) al cambiamento dei processi organizzativi -, dall’altro significative opportunità di crescita e sviluppo, proprio per la possibilità di colmare i ritardi accumulati con decisi “leapfrog” e di cogliere nuove opportunità “green field”. Il periodo pandemico che stiamo vivendo ha, infatti, accelerato la consapevolezza della necessità di un cambio di paradigma nella trasformazione digitale della nostra società, dalla sanità alla manutenzione predittiva delle infrastrutture. È importante sottolineare il ruolo centrale dei dati di qualità nelle piattaforme tecnologiche di gestione e supporto alle decisioni (c.d. Decision Support Systems, DSS), piattaforme “data driven” basate su approcci predittivi di Intelligenza Artificiale (AI), sostanzialmente mediante algoritmi e tecniche di apprendimento automatico (machine learning). La trasformazione digitale dei vari settori produttivi indurrà cambiamenti sempre più importanti nella nostra vita quotidiana e nel modo di fare business, richiedendo evidentemente e-skill specifici e di conseguenza la formazione al riguardo di adeguate competenze professionali».

Ritiene che il Pnrr potrà contribuire a innovare il Paese?

«Il Pnrr potrà contribuire a ridurre in modo sostanziale i divari territoriali, generazionali e di genere, e avere un impatto significativo sull’innovazione “disruptive” del nostro Paese, sulla sua produttività e crescita economica. Il governo prevede un aumento di 3,6 punti di Pil nel 2026 a seguito dell’introduzione del Piano. La prima sfida da affrontare per la realizzazione degli investimenti e delle riforme nei tempi concordati con la Commissione europea e la gestione regolare e corretta delle risorse è una governante efficiente ed efficace del Piano, con responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali coordinate da una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio. Da un sondaggio condotto da Ipsos per l’Osservatorio Lega Coop emerge che lavoro, istruzione, giustizia e fisco sono i temi che gli italiani ritengono prioritari per le riforme strutturali del Pnrr, rimanendo peraltro dubbiosi sulla capacità del governo di realizzarle. Da una analisi meno “emotiva” delle sei Missioni del Piano, tutte rappresentano aspetti fondamentali e prioritari ai fini di una vera trasformazione digitale della nostra società».

Quali sono le aree dove l’innovazione può contribuire in maniera più sostanziale allo sviluppo sostenibile del Paese?

«Nel settembre 2015 l’Onu ha approvato l’Agenda Globale 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e i relativi 17 Sustainable Development Goals (SDG) – con i relativi 169 target – entro il 2030, che riguardano tutte le dimensioni della vita umana e del nostro pianeta. Al fine di presidiare i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, è stata costituita il 3 febbraio 2016 l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), di cui Stati Generali dell’Innovazione è aderente onorario piuttosto attivo per quanto riguarda le implicazioni dell’innovazione nei processi di sviluppo sostenibile. L’innovazione (tecnologica, di processo, culturale) può dare un concreto contributo al ristabilimento di un ciclo virtuoso per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.  In particolare, SGI è piuttosto attiva nei gruppi di lavoro – Goal 4 (Educazione di qualità, equa ed inclusiva), 8 (Crescita inclusiva e sostenibile, occupazione piena e lavoro dignitoso per tutti), 9 (Infrastrutture resilienti, Innovazione e Industrializzazione responsabile e sostenibile), 10 (Ridurre le diseguaglianze), 11 (Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili) e 17 (Rafforzare i mezzi di partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile). La nostra associazione è impegnata in iniziative e progetti su ricerca e innovazione, lavoro, formazione, salute, agende urbane per lo sviluppo sostenibile delle città e delle aree interne, povertà e diseguaglianze e cooperazione internazionale».

Quali sono le sfide più complesse per le Smart City del futuro?

«Le sfide più complesse per le Smart City del futuro sono a nostro avviso molteplici. C’è bisogno di “Green, Resilient & Data-Driven Next Generation Cities”, di ecosistemi (infrastrutture, sensori, servizi e applicazioni) più sostenibili e resilienti gestiti attraverso piattaforme data-driven, e di “gemelli digitali” (città-territori), modelli virtuali per la simulazione-pianificazione del mondo fisico. Al riguardo, il primo fondamentale step consiste nel modellare la realtà urbana (city model), per poi aggregare i Digital Twin dei sistemi di gestione della città (edifici intelligenti, infrastrutture per la mobilità di persone e beni, reti energetiche, idriche, telecomunicazioni) e infine integrare i Digital Twin dei soggetti della città-territorio (comunità o gruppi, singoli individui), con l’obiettivo di monitorare il comportamento della città fisica e la sua evoluzione; pianificare e sviluppare progetti, osservando preventivamente gli effetti della loro attuazione sul suo “gemello” virtuale; anticipare eventuali problematiche ed eseguire azioni correttive, prevenendo l’insorgere di criticità. Il 5G può dare un forte impulso alle Smart City attraverso il network slicing, come ad esempio e-health, smart grid e trasporti sicuri. Infine, particolare rilevanza assumeranno le “Officine territoriali”, luoghi di aggregazione facilmente raggiungibili e riqualificati per consentire lavoro agile intermedio tra presenza in ufficio e smart working da casa».

Il Manifesto 2Sì che avete promosso per Regioni e Comuni comprende tutte le dimensioni che afferiscono a sostenibilità e innovazione sociale.

«Sulla base di una analoga iniziativa per le elezioni 2013 (“Carta di Intenti per l’Innovazione dell’Italia”, prodromica alla costituzione dell’Intergruppo Parlamentare per l’Innovazione Tecnologica), SGI ha lanciato il 19 febbraio 2020 alla Camera dei Deputati il Manifesto “2SÌ per Regioni e Comuni”.I temi più rilevanti intorno ai quali costruire una efficace agenda di sostenibilità, innovazione e Social Innovation sono stati identificati in: Semplificazione e trasparenza nella Pa; Welfare integrato per agevolazioni a famiglie, anziani e bisognosi, tematiche di genere (formazione STEM); Crescita culturale, scuola e formazione; Infrastrutture, uso del territorio, ambiente e mobilità; Crescita e rinnovabili; Modelli Digital Twin per Smart Communities; Etica Open Source e Private Public Partnership (PPP)».

 

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