La tecnologia solidale che cambierà il mondo

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Il terzo millennio si affaccia sulla scena della storia mondiale portando con sé molte problematiche e complessità e aprendo le porte a tanti nuovi quesiti del genere umano.
Se da un lato la così detta ‘modernità’ e le nuove scoperte tecnologiche hanno modificato il nostro stile di vita, avendo persino la pretesa di migliorarlo – e si va dalla medicina alla cosmesi passando per l’agroalimentare, i trasporti, addirittura l’abbigliamento – d’altro canto queste stesse tecnologie ci presentano una serie di difficoltà di non poco conto che riportano l’evoluzione umana indietro di diversi decenni dal punto di vista sociale e soprattutto lavorativo.
Pensiamo alle tante industrie ormai obsolete e costrette a chiudere o a riconvertirsi, alle centinaia di migliaia di posti di lavoro persi per effetto delle crisi economiche che seguono le nuove modalità di vissuto del post industriale, e per contro ai tanti lavori che potrebbero svilupparsi ma ancora stentano ad emergere.
Per fortuna il ‘mondo nuovo’ ha trovato da sé la medicina del caso modificando le proprie strutture di coesione e condivisione

Oggi si parla molto di sharing economy, un’economia collaborativa, basata sul riuso più che sulla produzione, sul libero accesso più che sulla proprietà, sulla collaborazione più che sul business, pensiamo a Uber ad esempio, con tutti i suoi pro e contro, con tutte le polemiche che ha suscitato. Ma ciò che fa più scalpore oggi è la nuova visione di tecnologia solidale che ci sta imponendo la globalizzazione.
Fa scalpore perchè la nuova visone conquista anche imprese e paesi industrializzati !
Un esempio ce lo fornisce il recentissimo caso che ha visti coinvolti 40 paesi del mondo che hanno finanziato il progetto. Si chiama ‘New Safe Confinement’ (NSC) è il nuovo ‘sarcofago’ – in sostituzione del vecchio, deteriorato e fuso dai materiali radioattivi ancora in attività – posto a nuova chiusura e contenimento del reattore n.4 della Centrale Nucleare di Chenobyl che ebbe il drammatico incidente del 26 aprile del 1986. I lavori iniziarono il 13 marzo del 2012 coinvolgendo oltre mille lavoratori provenienti da venticinque nazioni, tra cui ventidue operai e ingegneri italiani. Purtroppo i rapporti tra Russia e Ucraina, compromessi dai primi mesi del 2014, hanno provocato una (breve) interruzione dei lavori a causa del ritiro dei fondi e del personale specializzato russo, che è stato però sostituito da quello ucraino. Ora, finalmente ultimato, il sarcofago è stato sistemato in 5 giorni e assicurano che durerà 100 anni. Un rapporto del Chernobyl Forum redatto da agenzie dell’ONU (OMS, UNSCEAR, IAEA e altre), conta 65 morti accertati e più di 4.000 casi di tumore della tiroide fra quelli che avevano fra 0 e 18 anni al tempo del disastro, larga parte dei quali probabilmente attribuibili alle radiazioni. La maggior parte di questi casi sono stati trattati con prognosi favorevoli. Al 2002 si erano contati 15 morti. Il sarcofago fu subito collocato, dal governo Ucraino, a chiusura della Centrale Lenin, questo il nome della Centrale esplosa, ma in breve tempo si è fuso.
Negli anni Novanta il Governo ucraino promosse un concorso internazionale finalizzato a selezionare il miglior progetto per sostituire il vecchio sarcofago. Novarka, un consorzio di imprese francesi si aggiudicò l’appalto. E proprio ieri ha installato la nuova struttura.
Richiederà manutenzione riguardo l’ossidazione e la resistenza ai venti che attraversano il sito. E’ costato un miliardo e mezzo e alla spesa ha contribuito anche l’Italia ma una impresa di Pordenone ha fornito gran parte delle 25 mila tonnellate di acciaio che sono servite per costruirlo. A 300 metri dal reattore – che deve ancora essere definitivamente pulito e svuotato e che comunque rimarrà attivo ancora per centinaia di anni con le sue 800 tonnellate di materiale radioattivo più pericoloso del mondo – serve da contenitore e ostacolo a che la pioggia o i venti non disperdano nell’ambiente il materiale radioattivo. Può darsi, ha detto tempo fa Shekstelo, portavoce del complesso della Centrale Nucleare di Chernobyl (ChNPP), che un giorno si arrivi a uno sviluppo tecnologico tale da poter disporre di mezzi e strumenti adatti alla completa rimozione dei detriti e delle scorie radioattive

Per questo la Camera dei Deputati ha organizzato un convegno interessantissimo sulla ‘Tecnologia solidale’

Giovedì 1 dicembre, alle ore 14,30, presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio si svolgerà il convegno “Tecnologia solidale 2016”.

Saluti di benvenuto di Simone Baldelli, Vicepresidente della Camera.
Introduzione di Antonio Palmieri, deputato dell’Intergruppo Innovazione.

L’appuntamento, trasmesso in diretta webtv, si articolerà in tre panel:
1. La tecnologia solidale e le iniziative delle grandi aziende;
2. Startup e iniziative di tecnologia solidale;
3. Il punto di vista delle istituzioni.

PROGRAMMA

Saluti di benvenuto: Simone Baldelli, Vicepresidente della Camera dei Deputati

Introduzione: Antonio Palmieri, Deputato, Intergruppo Innovazione

Primo Panel: La tecnologia solidale e le iniziative delle grandi aziende

  • Paola Andreozzi, Responsabile Corporate Social Responsability Microsoft Italia
  • Laura Bononcini, Relazioni Istituzionali Facebook Italia
  • Maria Cristina Ferradini, Head of Sustainability and Foundation Vodafone Italia.
  • Marcella Logli, Direttore Generale Corporate Shared Value di Telecom Italia e Direttore Generale di Fondazione Telecom Italia
  • Andrea Stazi, Public Policy Manager, Google Italy
  • Angelo Failla, Direttore Fondazione IBM Italia
  • Modera: Giovanni Iozzia, Direttore economyup.it

Secondo Panel: Startup e iniziative di tecnologia solidale

  • Daniela Di Gianantonio, Market analist Siteimprove A/S
  • Bruno Calchera, Direttore responsabile CSRoggi
  • Gianluca Ricci, Presidente di Cuore Digitale
  • Filippo Scorza, ideatore di Alfred Mobilità 2.0
  • Mario Vigentini, ideatore e fondatore di Mario Way
  • Modera: Stefano Epifani, docente di tecnologie applicate alla comunicazione, Università La Sapienza di Roma, fondatore di techeconomy.it

Terzo Panel: Il punto di vista delle Istituzioni

  • Flavia Marzano, Assessore alla semplificazione del Comune di Roma
  • Roberta Cocco, Assessore alla trasformazione digitale del Comune di Milano
  • Roberto Scano, Presidente della Commissione e-accessibility Uninfo
  • Alessandro Delli Noci, Assessore all’innovazione tecnologica del Comune di Lecce
  • Modera: Carlo Mochi Sismondi, Presidente forum PA

sala del mappamondo

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