La Commissione propone di aumentare i servizi Internet mobile con le frequenze radio di alta qualità
‘Le realtà economiche si muovono più velocemente di quelle politiche’ – l’Europa lo sa, infatti il 3 marzo 2010 la Commissione europea ha introdotto il testo “Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.
Tra le iniziative per il raggiungimento di questi obiettivi, c’è l‘Agenda europea del digitale, il cui scopo è quello di trarre vantaggi socioeconomici sostenibili da un mercato unico del digitale, basato su Internet veloce e superveloce.
Da una parte l’Europa si impegna a creare i presupposti giuridici ed economici per realizzare un vero e proprio mercato unico per i contenuti e i servizi online. Dall’altra i singoli stati si impegnano a elaborare strategie operative per l’ampliamento della rete e la promozione e diffusione dei nuovi servizi.
Il 2 febbraio 2016 la Commissione Europea ha presentato una proposta di legge per destinare e coordinare l’utilizzo della banda 700 MHz , banda larga, per i servizi di telefonia e/o tecnologie mobili.
E’ una possibilità in più che il disegno di legge vuole implementare per migliorare l’accesso a Internet per tutti i cittadini europei e e per contribuire allo sviluppo di applicazioni cross-border, attraverso un progressivo adattamento .
Nel 2014, la Commissione Europea incaricò l’ex commissario Pascal Lamy di presiedere un gruppo ad alto livello composto da operatori di telefonia mobile, broadcasting e rappresentanti del settore dei media per trovare una posizione comune sulla banda UHF ed il suo uso futuro.
La relazione del presidente propose la banda 700 MHz per la banda larga senza fili, mentre delineava di sostenere il modello audiovisivo europeo attraverso misure di salvaguardia alla radiodiffusione terrestre, per l’accesso allo spettro in banda di frequenza MHz sub-700.
I partecipanti alla successiva consultazione pubblica hanno espresso sostegno purchè l’azione fosse coordinata a livello europeo, ed i rappresentanti degli Stati membri, facenti parte del Radio Spectrum Policy Group (RSPG), allo stesso modo si dissero favorevoli al disegno di legge e hanno raccomandato l’adozione di condizioni tecniche armonizzate e progressive verso una scadenza comune fissata.
In seguito a questi risultati, cui si è arrivati attraverso l’ascolto delle parti interessate e (ITU) accordi internazionali, il 2 febbraio scorso, è stato concepita la proposta di legge proprio per promuovere il mercato unico digitale e per garantire una gestione efficace delle onde radio su tutto il territorio euroopeo.
Progredire verso un mercato unico digitale
Le nuove regole sulla banda 700 MHz seguono le prime proposte presentate nell’ambito della strategia di mercato unico digitale del dicembre 2015 sul diritto d’autore e contratti digitali . La strategia di mercato unico digitale comprende 16 iniziative chiave da presentare entro la fine di quest’anno.
I prossimi passi relativi al coordinamento dello spettro dovrebbero essere parte della revisione delle norme UE sulle telecomunicazioni, che verranno presentati quest’anno.
Le frequenze radio non conoscono confini e di conseguenza lo spettro deve essere meglio coordinato a livello europeo per evitare interferenze e permettere servizi innovativi, come le automobili collegate o l’assistenza sanitaria a distanza, e su cui si sta tanto lavorando in tutto il continente.
L’UE deve anche far fronte alla crescente domanda di banda larga senza fili. Si prevede, secondo dati europei che entro il 2020 ci sarà un aumento del traffico internet mobile quasi otto volte maggiore rispetto ad oggi.
Oggi la Commissione si adopera per rispondere a queste sfide. Come parte della sua strategia, per creare un mercato unico del digitale, si propone un approccio equilibrato a lungo termine per l’utilizzo della banda ultra-alta frequenza (UHF) (470-790 MHz).
Vediamo da vicino di cosa si tratta
La banda in frequenza 700 MHz si compone di uno spettro radio tra 694-790 MHz. Fa parte della banda larga ad altissima frequenza (UHF), attualmente utilizzato in tutta Europa per la diffusione delle informazioni. La banda UHF comprende anche la gamma 470-790 MHz e viene utilizzata per la trasmissione di vari canali televisivi del digitale terrestre (DTT) e per i microfoni senza fili in tutti gli Stati membri. Tradizionalmente, questo gruppo è stato assegnato alla radiodiffusione in Europa e in Africa, ma anche in tutto il resto del mondo.
Generalmente i canali televisivi forniti ai cittadini tramite la banda UHF sono in definizione standard (SD) e in alta definizione (HD) e sono ricevuti su televisori di casa attraverso le antenne sui tetti o le antenne interne.
Al momento, la banda UHF è usata nel suo complesso per la trasmissione DTT (Digitale Terrestre). In futuro, secondo la proposta presentata dalla Commissione Europea, sarà “divisa” in due parti:
– la tomaia: ossia la gamma tra 694-790 MHz (700 MHz) sarà utilizzata per servizi a banda larga senza fili;
– la parte inferiore: ossia la gamma tra 470-694 MHz (sub-700 MHz) sarà disponibile in primo luogo per la distribuzione di servizi audiovisivi (ad esempio DTT), nonché per apparecchiature audio wireless, per la produzione di programmi e di eventi speciali (l’abbreviazione è PMSE , poichè include microfoni wireless per le prestazioni palco e produzione dei contenuti in un certo numero di luoghi come teatri o luoghi all’aperto). Gli Stati membri avranno anche la flessibilità di utilizzare le tecnologie alternative nella banda MHz sub-700 limitata alla sola trasmissione downlink (cioè dalla rete ai terminali che ricevono come televisori o compresse), al fine di garantire un uso efficiente dello spettro.
Questa banda è ideale per fornire internet ad alta qualità per gli utenti, ovunque si trovino, sia in una grande città ben ‘servita’, sia in un piccolo paese lontano, un po’ sperduto, sia su una autostrada, in movimento. Le frequenze MHz sub-700 (470-694 MHz) rimarranno disponibili, in via prioritaria, per i servizi audiovisivi. Questo approccio farà in modo che i cittadini europei possano avere accesso ai contenuti creativi su tablet e smartphone – un trend in aumento – ma anche attraverso servizi televisivi classici.
La proposta è anche in linea con i più recenti accordi internazionali sull’uso della banda UHF
Come si legge dal comunicato stampa Andrus Ansip, vicepresidente per il mercato unico digitale, ha dichiarato:
“28 diversi approcci per gestire le frequenze radio nell’UE non hanno senso economico nel mercato unico digitale. Con la nostra proposta vogliamo coordinare meglio spettro. L’Unione Europea. si propone un approccio comune per l’utilizzaro dei servizi mobili. Le frequenze radio sono il punto più importante della catena comunicativa sia per un’ampia copertura, sia per consentire velocità elevate. Daranno accesso ad un internet di alta qualità a tutti gli europei, anche nelle zone rurali, e spianeranno la strada per 5G, la prossima generazione di rete di comunicazione. Allo stesso tempo, assicuriamo frequenze per il settore audiovisivo e favoriamo lo sviluppo di tecnologie che fanno un uso efficiente delle onde sullo spettro radio, è una risorsa scarsa e poco utilizzata :.. abbiamo bisogno di fare meglio“.
Mentre Günther H. Oettinger, Commissario per l’economia digitale e società, ha aggiunto:
“Non possiamo avere internet mobile di alta qualità per tutto e per tutti, in tutto il mondo se non abbiamo regole di infrastrutture moderne. Con questa proposta dimostriamo che possiamo avere entrambi: un brillante settore audiovisivo, ed un pieno utilizzo dello spettro Mhz come ne avremo comunque bisogno per 5G. Il MHz 700 sarà l’ideale per nuovi campi promettenti come guidare l’auto collegata, (le famose auto che camminano telecomandate n.d.a.) e l’Internet delle cose. E’ auspicabile che questa realtà sia attuabile in tutti gli Stati membri entro il 2020″.
La Commissione, infatti, propone che la banda 700 MHz dovrebbe essere assegnata come banda larga senza fili, al più tardi, entro il 30 giugno 2020 in tutti i paesi dell’UE.
Ciò sarà in linea con il dispiegamento di 5G (la NGA: Next Generation Access), previsto a partire dal 2020. Per rispettare questa scadenza, gli Stati membri devono adottare e rendere pubblici i loro piani nazionali per la copertura di rete e per lo sblocco della banda larga entro il 30 giugno 2017.
Essi avranno bisogno anche di concludere gli accordi di coordinamento transfrontaliero entro la fine del 2017. In tali piani si concreta la transizione per garantire una buona copertura di rete che contribuirà a colmare il divario digitale e creare le condizioni di copertura necessarie per i veicoli collegati, ad esempio o assistenza sanitaria a distanza.
In Italia
L’Italia si trova in consistente ritardo, con alcune regioni in cui il digital divide è particolarmente elevato e la copertura tramissiva è totalmente assente
Già Rai news fece un corposo ed interessante dossier sull’argomento
Il 6 agosto 2015, il Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) approva il piano da 12 miliardi per lo sviluppo della banda ultralarga, che viene illustrato in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“E’ l’infrastruttura più importante per i prossimi 20 anni“, ha detto il premier, “e aiuterà anche lo sviluppo del sud“. Il piano per la banda ultralarga raggiungerà “10 milioni di italiani, 800 comuni, oltre 400 ospedali, 2000 scuole, 5000 sedi della pubblica amministrazione“, ha precisato Renzi.
I “player” italiani
Nel 2011 fu creato Metroweb: un consorzio controllato con il 53,8% da F2i, il Fondo infrastrutturale partecipato da Cassa depositi e prestiti e banche, e partecipato con il 46,2% da Fsi, il Fondo strategico italiano della Cassa depositi e prestiti. Metroweb è il tramite per la realizzazione della rete infrastrutturale fissa in fibra ottica per la banda ultralarga e portarla fin dentro le case secondo l’architettura FTTH.
Con l’ingresso di Wind e Vodafone in Metroweb (che resta aperta all’ingresso di altri soci), la mossa tocca a Telecom Italia. L’ex monopolista delle tlc da sempre ha ritenuto di non dover entrare nell’assetto societario di Metroweb (per preservarsi l’ultimo miglio, tra cabina e domicili), e di recente ha costituito un gruppo di lavoro con Enel per valutare la possibilità di sviluppo di un progetto comune sulla fibra ottica, visto che le due società hanno già un accordo di cooperazione proprio su questo tema.
Secondo gli analisti, è improbabile che Metroweb riesca a realizzare la rete in fibra su tutto il territorio nazionale fino alle case, perché dovrebbe per forza entrare in concorrenza con Telecom, che ha ancora il 60% del mercato su rete fissa. Per quanto riguarda Enel, infine, nelle valutazioni di Palazzo Chigi ha le caratteristiche per diventare il candidato migliore per accelerare sulla banda di ultima generazione. Enel ha formalmente dichiarato alle autorità competenti la propria disponibilità a impegnarsi con un progetto in tempi strettissimi: tre anni per la copertura di tutta l’Italia mandando così in soffitta la vecchia infrastruttura in rame e senza reclamare un ruolo nella gestione del servizio. Il cardine dell’operazione è una recente normativa: il cavo della banda ultralarga potrà essere “steso” anche sui tralicci elettrici con la cosiddetta “posa aerea”. Una opzione che supererebbe le difficoltà degli scavi e ne comprimerebbe i costi.
In Europa :
due Stati membri (Francia, Germania) hanno già autorizzato l’uso della banda 700 MHz per i servizi mobili. Altri Stati membri (Danimarca, Finlandia, Svezia, Regno Unito) hanno delineato i piani per riutilizzare la banda 700 MHz nei prossimi anni.
La proposta della Commissione comprende due elementi principali:
. nella banda 700 Mhz ci dovrà essere un programma comune per rendere in modo efficace e disponibile l’uso della banda larga wireless in condizioni tecniche armonizzate e misure di coordinamento relative al sostegno verso questa transizione;
. la banda MHz sub-700 è prevista come priorità a lungo termine per la distribuzione di servizi di media audiovisivi al pubblico, insieme ad un approccio flessibile per l’uso dello spettro per soddisfare diversi livelli di televisione digitale terrestre (DTT) e l’assorbimento negli Stati membri, aspettando la transizione armonica e completa per tutta l’Eu.
Gli operatori mobili che utilizzeranno la banda 700 MHz saranno in grado di offrire maggiore velocità e una banda larga di qualità superiore (vale a dire senza interruzione di servizio) per i consumatori coprendo aree sempre più ampie. Essa consentirà l’Europa andare avanti, proseguendo il suo lavoro verso la banda larga europea fornendo una velocità di connessione mobile al di là dei 100 Mb / s, recuperando il ritardo con le regioni leader in banda larga mobile 4G come la Corea del Sud o gli Stati Uniti.
[ 5 milioni di terabyte. E’ la massa dei dati archiviati in Rete. Tolto l’hardware, pesano meno di una goccia di pioggia]
Non appena gli standard specifici 5G e la tecnologia e le attrezzature associate sono disponibili (si è detto intorno al 2020), gli operatori di telefonia mobile saranno in grado di implementare i servizi 5G. Tutte le bande, ormai armonizzate, UE (vedi Figura 1) saranno potenzialmente adatte per supportare i futuri servizi 5G. Lo spettro totale disponibile in queste bande (tra cui la banda 700 MHz) ammonta a circa 1100 MHz, ponendo l’Unione europea in una buona posizione per arrivare a 5G.
Nel nostro continente si sta assistendo ad una crescita significativa della domanda dei servizi a banda larga senza fili, principalmente orientata al consumo di video in movimento. Aumentare il traffico dei dati mobile mette sotto pressione la capacità delle reti esistenti “e on demand” con una maggiore richiesta di frequenze supplementari. La proposta prevede di aumentare lo spettro per la banda larga nella banda 700 MHz (694-790 MHz). Allo stesso tempo, mira a preservare il modello audiovisivo europeo, che offre (free-to-view) radiodiffusione di interesse pubblico e richiede risorse di spettro sostenibili nella banda MHz sub-700 (470-694 MHz).
Scenari futuri
La proposta della Commissione dovrà essere esaminata dal Parlamento europeo e gli Stati membri, nel quadro della procedura di codecisione. Dopo aver preso posizioni distinte per quanto riguarda la proposta, i co-legislatori cominceranno i negoziati per un accordo sul testo finale. Il processo può richiedere da un paio di mesi a un anno. Speriamo in una rapida adozione in quanto la proposta 700 MHz è essenziale per il successo del mercato unico digitale.
Gli Stati membri avranno tempo sufficiente per preparare la transizione?
A voler essere ottimisti entro il 31 dicembre 2017, gli Stati membri concluderanno tutti gli accordi di coordinamento per le frequenze transfrontaliere necessarie all’interno dell’Unione europea, preparando così il terreno per il successivo utilizzo della banda 700 MHz, senza interferenze.
Questi e altri passi coerenti (come promuovere l’adozione di un mercato della tecnologia di trasmissione avanzata) dovrebbero essere impostati nelle tabelle di marcia nazionali e preparati già da metà-2017.
Entro il 30 giugno 2020 gli Stati membri dovrebbero consentire l’uso efficace della banda 700 MHz per la banda larga senza fili in condizioni tecniche armonizzate.
Sperem …
Cosa cambierà
I canali DTT, che sono attualmente forniti in banda 700 MHz, nella maggior parte degli Stati membri, dovranno essere “spostati” per la fascia sub-700 MHz ed essere “aggiunti” agli altri canali DTT che già utilizzano tale banda.
Per accogliere tutti questi canali DTT nella banda sub-700 MHz, le emittenti dovranno implementare più tecnologie di compressione e di trasmissione efficiente dello spettro. La proposta presentata dalla Commissione Europea contiene tempi di consegna sufficientemente ‘larghi’ e stabilisce un quadro normativo generale in modo che questa transizione può essere fatta senza problemi. Fare questa transizione migliorerà la competitività del settore audiovisivo.
Gli aggiornamenti tecnologici nelle reti DTT e TV saranno particolarmente importanti per gli Stati membri in cui il DTT è la tecnologia TV più comunemente usata.
D’altra parte, gli Stati membri che fanno poco uso del digitale terrestre nella banda sub-700 MHz saranno in grado di utilizzare tecnologie alternative che coesistono con il DTT e fornire audiovisivi e anche altri servizi (come i dati Cloud).
Emittenti, operatori di rete di trasmissione, gli utenti di microfoni wireless e singoli utenti – dovranno apportare miglioramenti tecnologici.
Lo Stato può fornire assistenza finanziaria a determinate condizioni, si legge. La relazione dà spiegazioni delle considerazioni pertinenti in base alle norme sugli aiuti di Stato per la concessione di una compensazione per i costi di migrazione o adattamenti di diritti d’uso dello spettro.
I consumatori pagheranno per questo cambiamento?
La maggior parte degli utenti Tv, non dovrà affrontare costi aggiuntivi perchè le televisioni sul mercato di oggi già supportano i nuovi standard di compressione video e di trasmissione.
I consumatori con i vecchi televisori dovranno adattare o sostituire le vecchie apparecchiature, con l’aggiunta di un set-top-box per ricevere nuovi formati (questo potrebbe costare circa € 40). In alcuni casi, possono anche avere bisogno di nuova antenna per continuare a ricevere i servizi di televisione digitale terrestre (questo sarebbe un costo di circa € 100 per famiglia).
Spetta agli Stati membri decidere se e come aiutare i consumatori con questi costi di transizione. Quando si effettuano tali decisioni, gli Stati membri devono rispettare il principio della neutralità tecnologica, principi sugli aiuti di Stato e la relativa giurisprudenza delle Corti europee. In queste condizioni, le misure degli Stati membri per compensare i costi del cambiamento di consumo sono suscettibili di essere considerate compatibili con il diritto agli aiuti di Stato dell’Unione.