Il progetto DREAM reinventa l’esperienza museale e la conoscenza del patrimonio culturale

Con il primo incontro in presenza svoltosi a settembre a Rijeka, in Croazia, è entrato ufficialmente nel vivo il progetto DREAM – acronimo di Digital Reality and Educational Activities in Museums – che promuove competenze digitali nell’educazione scolastica e conoscenza del patrimonio culturale, stimolando le relazioni e la conoscenza reciproca tra studenti e insegnanti degli Stati dell’Unione Europea.

DREAM, finanziato da Erasmus +, coinvolge 45 docenti da quattro Paesi europei, ovvero Italia, Croazia, Portogallo, Finlandia, e 900 studenti, 30 dei quali con difficoltà di apprendimento. Il progetto mira a creare esperienze immersive di edutainment e risorse didattiche aperte di qualità, grazie alla collaborazione con i musei coinvolti, con l’obiettivo di stimolare gli studenti a creare una sorta di museo transnazionale digitale attraverso percorsi tematici interculturali europei.

Come ci spiega Paolo Russo di Stati Generali dell’Innovazione, coordinatore e ideatore del progetto: «La due giorni in Croazia è stata la prima occasione di conoscersi dal vivo e scambiarsi conoscenze e competenze, abbiamo posto le basi del percorso futuro che ci auguriamo possa essere stimolante e creativo. Abbiamo presentato la bozza della metodologia DREAM, che entro fine settembre avrà l’approvazione definitiva, un metodo che vogliamo sia innovativo e coinvolgente per la scuola e l’istruzione museale, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e di un approccio nuovo alla conoscenza e fruizione del patrimonio culturale».

DREAM lavora utilizzando e applicando la metodologia sviluppata con l’Arte del Crowddreaming, che mette in contatto giovani ed educatori con il patrimonio culturale e la digitalizzazione, in un processo di co-creazione unico che contribuisce alla comprensione comune della storia e dei valori europei, al dialogo interculturale e alla comprensione reciproca. «Crowddreaming si è dimostrato uno strumento efficace per coinvolgere i giovani nel co-creare, gestire, conoscere e salvaguardare il patrimonio culturale digitale», come dimostrano alcuni progetti di successo quali “Crowddreaming: “Youth co-create Digital Culture – Piazza Europa”, “Quintana 4D: Divertimento Digitale Didattica Diffusa”, “Heritellers”.

DREAM ruota intorno al concetto di “Museater”, ideato nel 2014 negli Stati Uniti, questa la primissima definizione: “Un museater è una istituzione che cura e conserva una collezione di storie (storyworld) di rilevanza scientifica, artistica, culturale o storica, aiuta le persone a farle proprie in contesti dove il loro impatto educativo ed emotivo sia massimo, facilita il loro riuso e la loro diffusione”.

Con Stati Generali dell’Innovazione il concetto di “Museater” si è ulteriormente sviluppato in “Educational Museater”, diventando un metodo educativo da utilizzare in un nuovo contesto di apprendimento informale: i musei.

DREAM-Digital Reality and Educational Activities in Museums propone una nuova metodologia che aiuterà gli insegnanti delle scuole di primo grado nel rafforzare le competenze digitali, la consapevolezza del patrimonio culturale e la capacità creative e di espressione degli studenti, collaborando con i musei e le organizzazioni culturali per la costruzione dei museaters.

«Si tratta di palcoscenici in realtà aumentata, che trasformano l’esperienza della visita museale in una “performance museoteatrale”, ovvero un evento partecipatorio transculturale», spiega Russo, in cui gli studenti, nativi digitali, sono coinvolti in prima persona e chiamati ad essere creativi e innovativi, utilizzando gli strumenti e il metodo che il progetto DREAM metterà a disposizione delle scuole croate, italiane, finlandesi e portoghesi.

Nei prossimi articoli continueremo a raccontarvi del progetto e dei suoi protagonisti, del metodo Crowddreaming e di alcune esperienze significative di innovazione applicata alla fruizione del patrimonio culturale e alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni. #StayTuned!

 

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