Il 6° Piano d’Azione Nazionale per il Governo Aperto (6NAP), promosso da open.gov.it, rappresenta l’impegno dell’Italia nell’ambito dell’Open Government Partnership (OGP) per promuovere un’amministrazione pubblica più trasparente, partecipativa, inclusiva e responsabile. Il Piano si fonda su un processo di co-creazione con la società civile, le amministrazioni pubbliche e i cittadini, ed è strutturato in 27 impegni articolati in 7 aree tematiche, che spaziano dalla trasparenza e integrità alla giustizia aperta, dalla partecipazione alla trasformazione digitale.
L’obiettivo del 6NAP è rafforzare la fiducia tra cittadini e istituzioni, migliorare la qualità dei servizi pubblici e favorire l’inclusione attraverso strumenti digitali che rendano più accessibile l’azione amministrativa e più efficace la partecipazione civica. In questo scenario, il cittadino non è più un semplice destinatario di decisioni pubbliche, ma un attore consapevole e attivo nei processi di governance democratica.
Tuttavia, per poter partecipare in modo efficace, il cittadino deve essere in possesso di adeguate competenze digitali, che gli permettano di interagire con strumenti, contenuti e piattaforme digitali in modo autonomo, critico, sicuro e responsabile. È in questo contesto che il Quadro europeo delle competenze digitali per i cittadini (DigComp 2.2) assume un ruolo centrale, in particolare per quanto riguarda la competenza 2.3 – Interagire con le tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali.
Competenze digitali per il governo aperto: il ruolo della competenza 2.3 del DigComp 2.2
Il DigComp 2.2 descrive 21 competenze suddivise in 5 aree. La competenza 2.3, appartenente all’area “Comunicazione e collaborazione”, riguarda la capacità di interagire con strumenti e tecnologie digitali per accedere, comprendere e utilizzare i servizi pubblici, esercitare i propri diritti digitali, partecipare alla vita democratica e contribuire alla co-creazione di valore pubblico.
2.3 ESERCITARE LA CITTADINANZA ATTRAVERSO LE TECNOLOGIE DIGITALI Partecipare alla vita sociale attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e privati. Trovare opportunità di self-empowerment e cittadinanza partecipativa attraverso le tecnologie digitali più appropriate.
Nel contesto del 6NAP, questa competenza si traduce in una serie di abilità pratiche che il cittadino dovrebbe possedere per partecipare attivamente:
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Navigare con consapevolezza su piattaforme istituzionali, come open.gov.it o partecipa.gov.it, comprendendo struttura, contenuti e obiettivi;
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Utilizzare strumenti di identificazione digitale come SPID, CIE o CNS per accedere ai servizi e partecipare a consultazioni;
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Conoscere i diritti digitali, come l’accesso ai dati, la trasparenza amministrativa (FOIA) e la protezione dei dati personali;
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Valutare la qualità e l’affidabilità delle fonti istituzionali e dei dati aperti, sviluppando un approccio critico all’informazione pubblica;
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Interagire in modo costruttivo e rispettoso in spazi digitali dedicati al confronto pubblico.
Tutto ciò richiede non solo dimestichezza tecnica, ma anche consapevolezza civica e alfabetizzazione digitale, elementi essenziali per esercitare una cittadinanza attiva e responsabile nel contesto del governo aperto.
E-democracy, partecipazione e strumenti digitali
Uno degli obiettivi chiave del 6NAP è potenziare la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Questo avviene attraverso piattaforme digitali che consentono di:
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Inviare osservazioni e proposte su politiche pubbliche;
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Partecipare a sondaggi e consultazioni online;
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Monitorare l’attuazione degli impegni da parte delle pubbliche amministrazioni;
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Intervenire nei processi di co-creazione di servizi o soluzioni amministrative.
Per sfruttare pienamente queste opportunità, è fondamentale che i cittadini sappiano usare in modo competente ed etico le tecnologie digitali. La partecipazione non può essere autentica se limitata da barriere digitali, mancanza di accesso o scarsa comprensione degli strumenti.
Pertanto, la competenza 2.3 diventa leva strategica per l’inclusione civica: senza di essa, il rischio è che solo una parte della popolazione possa realmente incidere sulle decisioni pubbliche, aggravando le disuguaglianze digitali.
La Rete dei Servizi di Facilitazione Digitale: un’infrastruttura per l’inclusione e la cittadinanza digitale attiva
All’interno delle politiche nazionali per il rafforzamento delle competenze digitali e la promozione della partecipazione civica, un ruolo strategico è svolto dalla Rete dei Servizi di Facilitazione Digitale, promossa dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale e sostenuta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La Rete si propone di accompagnare i cittadini nell’uso autonomo e consapevole delle tecnologie, abbattendo le barriere all’accesso ai servizi digitali pubblici e privati.
Attraverso una rete capillare di Punti di Facilitazione Digitale, distribuiti su tutto il territorio nazionale, il progetto offre supporto gratuito e personalizzato per migliorare le competenze digitali di base. I cittadini possono essere accompagnati, ad esempio, nella creazione e gestione dell’identità digitale (SPID), nell’uso del fascicolo sanitario elettronico, nell’accesso ai servizi anagrafici online o nella navigazione delle piattaforme di partecipazione. I percorsi proposti sono allineati al Quadro europeo DigComp, con un’attenzione particolare allo sviluppo della competenza 2.3 e all’inclusione dei soggetti in condizione di fragilità digitale.
Intelligenza artificiale e cittadinanza digitale: una nuova dimensione della competenza
Con l’evoluzione delle tecnologie, il Governo Aperto non si limita più all’uso di piattaforme statiche, ma si avvale sempre più dell’intelligenza artificiale (IA) per supportare l’elaborazione di dati, migliorare l’efficienza dei servizi e facilitare la partecipazione. L’IA viene utilizzata per analizzare commenti nelle consultazioni pubbliche, offrire risposte automatiche tramite chatbot istituzionali, personalizzare l’accesso alle informazioni pubbliche e prevedere bisogni civici.
In questo scenario, la competenza 2.3 si espande e si intreccia con un’altra competenza del DigComp 2.2: la competenza 5.4 – Utilizzare strumenti digitali per l’innovazione. Quest’ultima include la capacità di sperimentare soluzioni digitali avanzate, valutare nuovi strumenti e comprenderne il potenziale impatto sulla società.
Per un uso consapevole dell’IA nel contesto dell’open government, il cittadino deve:
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Comprendere il funzionamento dei sistemi di IA utilizzati dai servizi pubblici: come vengono addestrati, quali dati utilizzano e con quali limiti operano;
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Valutare criticamente le decisioni algoritmiche, ad esempio nel caso di sistemi che filtrano i contributi nelle consultazioni;
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Interagire con chatbot o assistenti virtuali istituzionali per ottenere informazioni o supporto nella navigazione dei portali pubblici;
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Saper utilizzare strumenti di IA generativa, come ChatGPT, per approfondire documenti amministrativi, elaborare osservazioni o simulare argomentazioni da presentare in un dibattito civico;
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Essere consapevole dei rischi etici e sociali dell’IA, come i bias algoritmici o la trasparenza delle decisioni automatizzate.
Lo sviluppo di una alfabetizzazione algoritmica, anche detta AI literacy, è oggi parte integrante delle competenze civiche digitali e deve essere promossa attraverso percorsi formativi accessibili a tutte le fasce della popolazione.
Promuovere lo sviluppo delle competenze digitali per l’open government
Alla luce di quanto esposto, è evidente che le competenze digitali, in particolare la 2.3 e la 5.4 del DigComp 2.2, rappresentano fattori abilitanti fondamentali per la partecipazione democratica nell’era digitale e dell’IA. Le istituzioni, la scuola, i centri di competenza digitale e la società civile devono collaborare per offrire occasioni di formazione e alfabetizzazione su larga scala.
Tra le azioni possibili:
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Corsi e laboratori pratici sull’uso dei servizi pubblici digitali e dei portali di partecipazione;
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Percorsi di AI literacy per cittadini, con focus sui diritti digitali, trasparenza algoritmica e uso critico dell’IA;
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Iniziative nelle scuole per educare gli studenti all’interazione consapevole con l’IA e alla partecipazione civica digitale;
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Formazione per i facilitatori digitali e operatori pubblici per sostenere i cittadini meno esperti nell’uso delle tecnologie;
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Sviluppo di materiali didattici e toolkit per la partecipazione civica mediata dal digitale.
In parallelo, è essenziale che le piattaforme pubbliche siano accessibili, inclusive e progettate secondo principi di trasparenza, usabilità e sicurezza. L’adozione di interfacce amichevoli, il rispetto degli standard di accessibilità e l’impiego di linguaggi chiari sono condizioni fondamentali per garantire che tutti possano partecipare, indipendentemente dall’età, dal livello di istruzione o dalla condizione socio-economica.
Conclusione
Il 6° Piano d’Azione Nazionale per il Governo Aperto segna un passo importante verso un’amministrazione più aperta, responsabile e partecipata. Tuttavia, per rendere effettiva questa trasformazione, è necessario investire con decisione nello sviluppo delle competenze digitali dei cittadini. La competenza 2.3 del DigComp 2.2, relativa all’interazione con le tecnologie digitali e i servizi pubblici, rappresenta un pilastro essenziale per la partecipazione informata e consapevole. In parallelo, l’emergere dell’IA nei processi pubblici richiede di potenziare anche la competenza 5.4, che consente di innovare, sperimentare e valutare criticamente strumenti digitali avanzati.
Un cittadino capace di navigare i servizi digitali, comprendere l’azione amministrativa, interagire in modo costruttivo con l’IA e partecipare alle decisioni pubbliche è un cittadino che contribuisce attivamente alla costruzione di una democrazia digitale inclusiva, etica e resiliente. Per questo, promuovere le competenze digitali nel contesto del governo aperto non è solo una questione tecnologica, ma una scelta strategica per rafforzare la coesione sociale, la giustizia e la qualità della vita democratica.