SGI joins the #DatiBeneComune campaign for greater transparency on Covid-19

States General of Innovation aderisce alla campagna #DatiBeneComune, promossa con diverse associazioni con una Lettera aperta al Governo Italiano.
“Viviamo una grave crisi. La società civile italiana, una delle più mature e competenti del mondo, è pronta a supportare le Istituzioni nel farvi fronte. Per farlo, però, ha bisogno di dati. La cittadinanza, stremata, chiede risposte mirate, meno gravose di “tutti in lockdown”. Elaborarle richiede dati pubblici, disaggregati, continuamente aggiornati, ben documentati e facilmente accessibili a ricercatori, decisori, media e cittadini. Il nuovo sistema di classificazione del territorio nazionale in tre aree di rischio rappresenta, in questo senso, un’opportunità, perché comporta un sofisticato sistema di monitoraggio nazionale e quindi genererà, si presume, molti dati di qualità”.
I firmatari chiedono dunque al Governo di “rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia per monitorare e classificare il rischio epidemico, e di fare lo stesso per tutti i dati che alimentano i bollettini con dettaglio regionale, provinciale e comunale, della cosiddetta Sorveglianza Integrata Covid-19 dell´Istituto Superiore di Sanità e i dati relativi ai contagi all’interno dei sistemi, in particolar modo scolastici”.
Laws here il testo completo della Lettera.
Come spiega il presidente di SGI Fulvio Ananasso: “Stati Generali dell’Innovazione ha aderito sin dall’inizio alla campagna #DatiBeneComune di richiesta dei dati aperti e aggiornati sull’emergenza Covid-19, ponendosi tra i primi, convinti sostenitori dell’iniziativa. Per fronteggiare una crisi pandemica senza precedenti, e porre le premesse per la successiva (auspicabile) ripresa economica, c’è bisogno di fiducia nelle Istituzioni e collaborazione da parte dell’intera Società civile. La quale ha però bisogno di informazioni chiare e trasparenti sulle motivazioni delle scelte alla base delle dolorose imposizioni di limitazione alla nostra socialità, per poterle condividere e rispettare. Poter disporre di dati pubblici e aggiornati consentirebbe di capire le motivazioni dei risultati degli “algoritmi” che processano i vari (al momento 21) indicatori, rendendone più trasparenti i processi decisionali (zone rosse, arancioni e gialle) e poterli spiegare alla popolazione / Amministrazioni locali, evitando spiacevoli contrapposizioni istituzionali e pericolose disobbedienze e tensioni sociali”.
“Con tali motivazioni – conclude Ananasso – guardiamo con estremo favore al crescente consenso di tali istanze di trasparenza rivolte alle Autorità competenti, che in pochi giorni dall’avvio della campagna hanno raggiunto più di 120 adesioni di soggetti collettivi e circa 35.000 firme su change.org, guadagnando l’attenzione dei media e delle Istituzioni. Chiediamo al Governo di rendere pubblici e facilmente utilizzabili in formati aperti (open data) i dati su cui prende le decisioni di contrasto alla pandemia Covid-19”.

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