È il segreto di pulcinella. Da un lato ci sono società che nascono e spariscono, che offrono servizi a pagamento come suonerie, oroscopi e simili, con una peculiarità: nella stragrande maggioranza dei casi, questi servizi non sono richiesti dall’utenza. I relativi (costosi) abbonamenti vengono attivati con i trucchi più fantasiosi e truffaldini; dall’altro ci sono alcuni milioni di “portafogli elettronici”. Sono le vostre SIM, i vostri abbonamenti, le vostre schede telefoniche ricaricabili, alle quali le compagnie telefoniche hanno legittimo accesso, per poter prelevare i canoni e quanto altro spendete per le telefonate e i servizi connessi.

Ora, c’è un problema. Purtroppo le compagnie telefoniche non si limitano a questo. Senza chiedervi un preventivo consenso, mettono i vostri “portafogli elettronici” a disposizione delle società furbette di cui sopra. Ripeto: senza chiedervi preventivo consenso. Sì, magari sarà scritto in corpo 6 su qualche remota pagina web, ma voi non l’avete mai letta, vero? Ecco, ve lo dico io. Se avete 1, 10 o 100 euro di credito, questi soldi sono a libera disposizione dei “partner” (li vogliamo chiamare così?) della vostra compagnia telefonica.

Tranquilli però. Se chiamate il vostro operatore e protestate, in seguito a una procedura più o meno lunga (di solito occorre trascorrere diverso tempo al telefono, tra messaggi preregistrati e inutili quanto ipocrite tiritere sulla privacy) potete bloccare questo genere di servizi. Ma di default sono attivi, e tra decine di milioni di SIM, private, aziendali, pubbliche (!), non tutte sono consapevoli di tutti i canoni più o meno nascosti che vi gravano sopra. E poi, se bloccate questi servizi, bloccate tutto, pure le numerazioni speciali, le telefonate a paesi come la Tunisia, gli SMS a pagamento della vostra banca, che magari – ironia della sorte – vi sta avvisando di un uso fraudolento della vostra carta di credito.

Ora, una soluzione più efficace e pratica ci sarebbe, a volere essere un minimo onesti (ma proprio un minimo, eh, non ci vuole molto). Basterebbe che prima che una di queste società furbette possa infilarvi le mani in tasca e sfilarvi 5 euro a settimana per un imperdibile oroscopo, voi dovete digitare un PIN di sicurezza. Come si fa (da decenni) con il bancomat. Niente di fantascientifico.

Ora, le compagnie telefoniche di sicuro trovano deprecabili i furti continuati e sistematici di queste aziende furbette. Sapendo però che prendono una provvigione su questi furti, viene da pensare male. Non rubano direttamente, vero, ma partecipano dei proventi. E poi, perché non fanno censimenti? Perché non buttano fuori dal circuito i furbetti che ricevono più di un tot di segnalazioni?

Niente. Ma il bello viene se li scoprite con la mani nel sacco. È appena successo alla mia compagna: rubati pochi euro, segnalato il furto alla compagnia telefonica, ci rispondono:

1) non sono assolutamente loro a offrire questi servizi, ma società terze. L’appassionato operatore help desk ha ammesso che sì, è vero, sono loro che gli girano i nostri soldi, e che sì, forse si tengono una provvigione (l’operatore dell’help desk sapeva tutto, ma non questo), ma loro non c’entrano niente. E va bene, se con “niente” intendiamo che hanno messo su loro questo meccanismo, che gli girano loro i nostri dati, che raccolgono e distribuiscono loro i nostri soldi, ecc. Insomma, per dirla con l’operatore: loro non c’entrano niente;

2) no, non possono bloccare solo i servizi a pagamento fraudolenti. O tutto, pure quelli legittimi, o niente. Ovviamente di codici di autorizzazione preventivi neanche a parlarne; non sono previsti. Si vede che i vertici (quelli che hanno progettato il sistema) non ci hanno pensato; sbadati…

3) sì, rimborseranno (prima o poi) gli euro rubati e dei quali ci siamo accorti. Ma è una cortesia eccezionale e una tantum e solo per me che gli sono simpatico (dal tono non mi pareva, ma vabbè). E sempre perché gli sono simpatico mi ha avvisato che se dovesse ripetersi il furto in futuro niente rimborso, nemmeno se faccio denuncia alla polizia postale o a un giudice a Berlino. L’unica opzione per aumentare un po’ le tutele è bloccare tutto, sms della banca, numerazioni a pagamento, alcune telefonate estere, ecc.

Ora, da qualche settimana centinaia di milioni di utenti del web in Europa si rompono le scatole perché ci sono infiniti e inutili pop-up che avvisano che l’onesto sito tal dei tali usa cookie innocui (i siti disonesti e fraudolenti certo non mettono l’avviso a norma di legge… la seccatura è inflitta solo da quelli onesti). Ora, per i cookie qualche burocrate incompetente si è inventato una legge surreale. Qualcuno un po’ più intelligente che fermi questi furti ce la facciamo a trovarlo?

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3 thoughts on “Se a rubare sono le compagnie telefoniche…”

  1. Paolo Russo

    I problema è ancora più ampio e coinvolge anche i RID bancari. La domiciliazione dei pagamenti è comodissima, ma ha un lato oscuro. Qualche hanno fa mi sono trovato in una situazione surreale con il mio fornitore di servizi Internet e di telefonia fissa a casa. La storia è lunga, ma per il nostro caso basti dire che a causa di un loro errore materiale avevano cancellato il mio RID e lo avevano ripristinato su un mio vecchio conto bancario ormai in disuso. Avendo esternalizzato i servizi contabili in India o da qualche parte del genere per risparmiare, il suddetto operatore non permetteva di interfacciarsi se non attraverso mail ad un help desk. Di qui un calvario di mesi per risolvere un problema che interagendo al telefono con una persona dotata di un minimo di buon senso si risolveva in 5 minuti. E cliente perso da parte dell’operatore, ovviamente. Ma questa è un’altra storia. Disperato per non riuscire a venirne fuori, vado dalla MIA banca e chiedo loro di annullare quel RID sbagliato che era stato attivato dalla società telefonica SENZA ALCUNA MIA AUTORIZZAZIONE. La banca mi risponde che è impossibile e che solo l’operatore telefonico può decidere di sospenderlo!!! Unica soluzione: bloccare qualsiasi tipo di RID sui miei conti presso la banca. Non è molto diverso dalla situazione che citi ed è ugualmente surreale.
    Poi ci chiediamo com’è che l’essere umano medio ci guarda come alieni quando gli spieghiamo che per il loro benessere gli open data o l’accesso universale a Internet sono ancora più importanti dell’assistenza sanitaria. Qui siamo ancora molto lontani da un decente funzionamento dei servizi elementari.

    1. Hai ragione Paolo, e deve essere di memento ai noi stessi, che caldeggiamo la “soluzione informatica” ogni qualvolta è possibile: talvolta noi esseri umani ci perdiamo dietro a procedure così spettacolarmente stupide, che automatizzarle può essere davvero pericoloso. Mi riesce facile convincere lo scettico che una firma digitale è più sicura di una cartacea, perché lo scettico so chi è e ci parlo. Ma come raggiungere il responsabile dei regolamenti sui RID bancari e farlo riflettere sulla perversa stupidità delle sue regole?

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