“Smart Cities e Communities” per pochi, non per tutti?

Come molti sapranno, il MIUR ha emanato il tanto atteso bando “Smart Cities e Communities” (link). La scadenza per presentare proposte progettuali è il 30 aprile 2012, data che coincide con un’altra importante scadenza, quella di Apps4Italy.

Cito testualmente dal comunicato ufficiale: “Le idee progettuali  dovranno promuovere interventi in grado di utilizzare le più avanzate soluzioni di diretto impatto sugli ambiti di interesse pubblico e sviluppare modelli di integrazione sociale per risolvere problemi di scala urbana e metropolitana. L’ambito applicativo è quello delle Smart Cities e Communities ovvero dello sviluppo di modelli innovativi  finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana e metropolitana tramite un insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di integrazione e inclusione”. I settori di intervento individuati sono:

  • Smart mobility
  • Smart health
  • Smart education
  • Cloud computing technologies per smart government
  • Smart culture e Turismo
  • Renewable energy e smart grid
  • Energy Efficiency e low carbon technologies
  • Smart mobility e last-mile logistic
  • Sustainable natural resources (waste, water, urban biodiversity)

Soggetti ammissibili e partenariato

Possono presentare idee progettuali le imprese, i centri di ricerca, i consorzi e le società consortili, i parchi scientifici e tecnologici (così come definiti all’art. 5 comma 1 del DM 593/2000 e ss.mm.ii.) con sede operative nelle Regioni della Convergenza o che si impegnino a costituire una sede in una delle quattro Regioni in caso di approvazione del progetto.

L’art. 3 comma 3 impone che ogni singola idea progettuale può essere presentata massimo da 5 proponenti, con un costo complessivo non inferiore a 15 milioni di euro e non superiore a 30 milioni di euro. Il partenariato deve rispettare (tra gli altri) i seguenti elementi:

  • la componente industriale del partenariato (art. 5, co. 1, lettere a)-d) del DM 593/2000) dovrà farsi carico di almeno il 50% delle attività di R&S e il 5% dei costi di sperimentazione;
  • una quota non inferiore al 25% del costo totale della proposta deve essere sostenuta direttamente da Università e Istituti Universitari statali;
  • una quota non inferiore al costo totale della proposta deve essere sostenuta direttamente al 10% da Enti e Istituzioni Pubbliche Nazionali di Ricerca.

Inoltre deve essere individuata obbligatoriamente una Pubblica Amministrazione presso cui si prevede di svolgere le attività di sperimentazione oggetto delle proposte progettuali (art. 2 co. 2 dell’Avviso) e che dovrà poi acquisire i servizi sperimentati. Le risorse finanziarie disponibili sono così ripartite:

  • Azione integrata per la Società dell’Informazione 100.348.410,50 euro
  • Azione integrata per lo Sviluppo Sostenibile 100.348.410,50 euro

Perché per pochi e non per tutti?

Esprimo ora alcune perplessità riguardo il reale accesso per un ampio numero di soggetti alle risorse stanziate per le due azioni principali. Il bando impone due grandi vincoli, uno di ordine economico, l’altro sulla tipologia di partenariato che potrà partecipare.

Come detto, le risorse a valere sulle due singole azioni assommano a poco più di 100M di euro, mentre le singole proposte progettuali devono costare non meno di 15M e non più di 30M di euro. Ci si può dunque ragionevolmente attendere che avranno un costo medio di 20M euro, come conseguenza il numero di proposte finanziabili non potrà verosimilmente essere maggiore di 4-5 per ciascuna delle 2 azioni.

Veniamo alla tipologia di partenariato. Non meno del 50% dei costi di R&S dovrà sostenerli l’impresa, non meno del 25% del totale l’Università statale, non meno del 10% Istituti di ricerca sempre pubblici e statali. Dovrà inoltre farne parte una Amministrazione Pubblica che sarà destinataria delle attività di sperimentazione, e la cui “rilevanza e significatività” sarà uno dei criteri di selezione previsti dall’art. 7 dell’Avviso.

Secondo voi quanti soggetti attualmente sono realmente in grado di mettere su un partenariato tale da riuscire a spuntarla a livello nazionale? Perché non dimentichiamo che i soggetti proponenti possono anche non essere meridionali, purché si impegnino a costituire una sede operativa nelle Regioni della Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) anche dopo aver vinto il bando.

Insomma, personalmente ho grandi perplessità riguardo la reale accessibilità ai finanziamenti da parte di soggetti che non abbiano già una notevole caratura economica, tecnologica, scientifica come pure politica (coinvolgere una PA di “peso” non è alla portata di tutti). In questo modo, è molto probabile milioni di euro finiranno nei bilanci delle solite 5-6 imprese più grandi a livello nazionale – tralascio le università e i centri di ricerca – mentre non ci sarà spazio per molte altre, magari proprio meridionali, per le quali un bando costruito con parametri meno selettivi dal punto di vista economico – soglie più basse dei 15M e 30M euro – avrebbe potuto costituire una grande occasione d’impiego per un maggior numero di persone, oltre che la possibilità di fare innovazione in maniera più diffusa, con un maggior numero di progetti finanziabili. Ad ogni modo, spero vivamente di essere smentito.

C’è speranza comunque che per il bando “gemello” destinato alle Regioni del centro-nord – che secondo indiscrezioni verrà emanato entro l’estate e avrà una dotazione di ben 700 milioni di euro – queste assurde soglie economiche non avranno le stesse dimensioni, e si potrà sperare in 10, 100, 1000 smart cities…

Progetti di innovazione sociale, for gifted youngsters *

Ulteriori 40 milioni di euro (10M per ognuna delle quattro Regioni della Convergenza) vengono messi a disposizione con il medesimo bando per progetti di innovazione locale con costo massimo di 2M euro proposti da giovani residenti nelle 4 Regioni di età non superiore ai 30 anni. I progetti devono prevedere lo sviluppo di idee tecnologicamente innovative per la soluzione nel breve-medio termine di problematiche presenti nel territorio di riferimento, sempre nei settori di intervento descritti prima.

A differenza delle due macro azioni da più di 100M €, in questo caso l’unica soglia prevista a livello economico è quella massima di 2M €, condizione che consentirà a moltissimi ragazzi con grandi idee per la testa di partecipare senza essere intimiditi dalla necessità di proporre progetti costosissimi. Se infatti – facciamo un’ipotesi – ogni singola idea progettuale varrà in media 1M di euro, in ognuna delle 4 Regioni meridionali coinvolte avremo non meno di 10 progetti innovativi finanziati. Quaranta “piccoli” passi per altrettante giovani menti, quaranta grandi passi per la società.

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