Parlare di dematerializzazione in ambito sanitario non puo’ essere fatto senza considerare il valore del settore ed immaginare di poter fare tutto questo senza documenti firmati non e’ solo una illusione ma e’ anche pericoloso per i cittadini. Basta un disallineamento di un database per avere ricette elettroniche intestate alle persone sbagliate, e, credetemi, da quando i certificati di invalidità vanno inseriti on line creare falsi invalidi e’ ancora piu’ facile. L’unico strumento che “mitiga” il rischio e’ il fatto che le commissioni mediche non si fidano delle certificazioni on line e “pretendono” la produzione di certificati tradizionali, di carta, con timbro e firma, con il “vantaggio” di avere raddoppiato il lavoro, certificazioni on line non firmate e certificazioni cartacee firmate.
Come concludere questo breve flash? Vorremmo avere uno spazio per i medici al tavolo dei decisori del Codice della Amminsitrazione Digitale che consideri attentamente la dematerializzazione sanitaria, con una firma che deve essere facile da apporre, che possa essere apposta in ambienti informatici “non sicuri” come sono gli ambulatori ospedalieri , eseguibile “per la strada”, anche con tablet e smartphone (le smart card non entano nel mio iPAD 🙂 ) che garantisca il medico ed il paziente che il documento non e’ stato alterato. Per ora la firma remota sembra la scelta giusta , siamo aperti, l’unica scelta da non fare e’ quella di… abolire la firma del medico.