iBooks Author: una grande novità, o una pessima notizia?

La Apple ha da poche ore rilasciato il programma iBooks Author, come ampiamente riportato dalla stampa. Si vedano ad esempio i siti Internet Macity (link esterno)Webnews (link esterno).

Si tratta di un software progettato per creare libri con una speciale attitudine alla didattica, grazie alla capacità di fondere insieme immagini, testi, video, modelli 3D e interazioni. iBooks Author ha dalla sua diversi punti di forza: è gratuito, è facile da usare ed è ben progettato.

Ma, sebbene sia presto per giungere a giudizi definitivi (molti dettagli non sono ancora noti), qualche motivo di perplessità sussiste: iBooks Author sembra produrre libri che, qualora si decidesse di venderli, possono essere distribuiti soltanto attraverso l’iTunes store della Apple; inoltre il formato “.ibooks” (non “.ePub”) generato dal programma non si sa se sia aperto e interoperabile, oppure chiuso e proprietario.

Dall’avvento dei personal computer, e con maggiore convinzione oggi, con tablet e lettori e-ink, la migliore editoria ha sempre sognato di evolvere, di approfittare delle opportunità che questi dispositivi multimediali offrono. iBooks Author della Apple, una delle poche grandi aziende realmente capaci di innovare, può perciò essere un’ottima notizia, addirittura straordinaria.

Attenzione però a entusiasmarsi subito. Tutto verrebbe cancellato se la Apple avesse progettato un sistema chiuso, come altri che ha realizzato in passato, nel quale imprigionare editori, docenti e studenti.

Internet ci ha insegnato l’importanza degli standard interoperabili, ci ha fatto vedere quante ottime cose succedono quando le persone sono in grado di scambiarsi informazioni liberamente, ci ha dimostrato come anche l’economia prosperi quando non ci sono oligopoli, rendite di posizione, cartelli. E di questi tempi certo non possiamo permetterci sistemi economici inefficienti e illiberali.

In attesa di maggiori dettagli tecnici, ci auguriamo che la Apple sostenga con convinzione il libero scambio di informazioni, i mercati concorrenziali e la centralità dei formati aperti.

Sono graditi i commenti; utilizzate il form disponibile qui sotto per dire la vostra.

Fonte: http://www.paginatre.it/online/2012/01/19/5683/

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