Interconnessione, accesso e net neutrality: problematiche e aspetti regolamentari [update del 3 luglio]

di Fulvio Ananasso

Internet è divenuto negli anni un luogo di aggregazione e scambio di contenuti a sempre maggiore valenza commerciale, con significativi interessi economici e di profilazione dei consumatori («se un servizio è gratuito, il prodotto siamo noi»). La continua crescita di traffico internet rende necessari investimenti in reti di nuova generazione (NGN) e sempre più complesse relazioni di interconnessione (tra le varie reti autonome che costituiscono internet) da parte delle compagnie di telecomunicazione (Telco), le quali raccolgono sempre meno introiti dai servizi tradizionali (voce, SMS, … ) e soffrono la competizione dei fornitori di contenuti (CP) su piattaforme IP.

La rete IP è infatti in grado di rendere indipendenti il trasporto dell’informazione, a carico delle Telco, e la fornitura di contenuti da parte dei CP. Si ha cioè un disaccoppiamento fra applicazioni e infrastrutture, che permette l’evoluzione indipendente delle reti (dai servizi) e la convergenza dei servizi, contribuendo al successo di player CP non infrastrutturati (Google, Apple, Facebook, Amazon, ecc.), anche detti OTT (over the top) dato che vendono contenuti / servizi veicolati dalle infrastrutture delle Telco, agendo “on top delle reti.

Grazie al “mercato a due versanti” di internet, i ricavi degli OTT provengono sia dal “mercato a monte” (e.g. advertising) che dal “mercato a valle” — contenuti e servizi (soprattutto video, come ad es. Netflix per serie TV e film in streaming) offerti ai consumatori, generalmente clienti delle Telco per quanto riguarda l’accesso alla Rete.

Le Telco lamentano pertanto la concorrenza degli OTT, che ne usano le infrastrutture per vendere contenuti e servizi, e rappresentano sovente l’anello debole della catena, imponendo la ricerca di soluzioni che tutelino anche esse, bilanciando le misure a tutela degli utenti con quelle a tutela degli operatori economici del settore. Ad esempio, onde ottimizzare le prestazioni delle reti e limitare i costi di sviluppo di nuove infrastrutture, le Telco auspicano la possibilità di utilizzare meccanismi di traffic management sulle loro reti, da bilanciare però con il principio della “net neutrality”, che esclude forme ingiustificate di trattamento del traffico.

D’altro canto, i diritti di cittadinanza in Rete – diritto all’accesso, all’alfabetizzazione (digitale e non), alla privacy, all’oblio, … – richiedono che la rete internet non possa essere assimilata agli altri media, e che la tutela dei diritti della persona debba prevalere sui profitti – al di là delle (pur legittime) aspettative business dei vari stakeholder — Operatori, OTT, …

USA, UE e singoli Paesi tra cui l’Italia hanno adottato proprie norme riguardo alla neutralità della rete. Dato che la Rete non ha confini geografici, sarebbe auspicabile convergere su regole il più possibile comuni, auspicando processi partecipativi e trasparenti per la governance e policy di internet, onde garantire una Rete libera e aperta.

Da ultimo, ma non meno rilevante, l’avvento del 5G (2020-2022), con servizi specializzati e personalizzati, sia fissi che mobili, a banda ultralarga e requisiti di cybersecurity via via più stringenti, richiederà verosimilmente una completa rivisitazione dell’intero tema della «neutralità» (rete, servizi, piattaforme, ecc.) come sin qui declinata.

L’estrema rilevanza dei temi in questione per la trasformazione digitale e conseguente sviluppo socio-economico del nostro Paese, ha spinto il nostro socio Fulvio Ananasso a pianificare una serie di articoli divulgativi sul Corriere delle Comunicazioni relativamente alle tematiche tecniche e regolamentari della Rete. Vengono richiamati problematiche e aspetti relativi alle reti NGN, traffico e  interconnessione delle reti IP, neutralità della rete e gestione del traffico, normative internazionali, Carta dei diritti internet e evoluzione verso le reti 5G.

Le uscite sin qui disponibili riguardano:

Iscriviti alla nostra Newsletter!