Stati Generali dell’Innovazione ha proposto il “lavoro in mobilità by default” per la Pubblica Amministrazione inserito nel decreto Crescita 2.0 ma sostanzialmente ignorato dalle amministrazioni stesse: «La possibilità di migliorare la maniera di lavorare in ampi settori della società italiana c’è, la normativa in parte pure, ma ora bisogna agire, afferma Nello Iacono, vicepresidente di Stati Generali dell’Innovazione- lanciamo un appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, affinché la norma sia applicata nella Pubblica amministrazione, e si vada oltre promuovendo il lavoro in mobilità per tutti».
Molti i temi trattati durante l’evento al quale hanno partecipato, fra gli altri, Mario Tozzi (giornalista e commissario del Parco regionale dell’Appia antica), Livio De Santoli (energy manager Università La Sapienza di Roma), Laura Puppato (senatrice PD), Anna Ascani, (deputato PD), Teresa Petrangolini, (consigliera regionale PD), Anna Masera (giornalista e capo ufficio stampa della Camera), Rosy Battaglia (giornalista free lance), Imma Battaglia (presidente commissione Sistemi Informativi e Smart City di Roma Capitale), Marco Fratoddi (direttivo Stati generali dell’Innovazione e segreteria nazionale di Legambiente), Carlo Infante (direttivo Stati generali dell’Innovazione e presidente di Urban Experience), Flavia Marzano (presidente di Stati generali dell’Innovazione).
«In Italia la Pubblica Amministrazione spedisce ogni anno 130 milioni di raccomandate, per una spesa di 936 milioni di euro in tutta Italia, considerando i costi complessivi del lavoro si arriva a 2,4 miliardi. – ha detto Laura Puppato – Sono questi i segmenti su cui bisogna intervenire, il governo sta già lavorando per superare queste inefficienze e promuovere l’agenda digitale, il cloud computing e la banda larga»
Con l’occasione Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio, ha annunciato il varo di una legge sulla trasparenza e la partecipazione: «Sta per essere varato un programma importantissimo che si chiama “Open Consiglio” – ha spiegato a margine del dibattito – che consentirà a tutti i cittadini di tenere sotto controllo ciò che succede in Consiglio regionale, il che vuol dire: il lavoro dei consiglieri, le leggi che presentano, la situazione dei gruppi, insomma, tutte quelle questioni che, di solito, sono abbastanza oscure per la collettività». Strategico a questo fine promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale: «Il piano scuola digitale deve portare a un’innovazione nella didattica e nella strumentazione di tutte le scuole, senza creare divari fra istituti di eccellenza e quelli privi degli strumenti di base, impegnando trasversalmente le discipline verso questo obiettivo» ha detto Anna Ascani, deputato del Pd e membro dell’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica. «Sono sempre di più le pubbliche amministrazioni che mettono insieme volontà politica e competenza dei tecnici, la sfida è quella di fare sistema per modernizzare il paese adeguandolo agli obiettivi della “European digital agenda” che fa da base ad uno sviluppo realmente sostenibile e da volano per la green economy anche grazie all’utilizzo consapevole e condiviso delle tecnologie» ha commentato Flavia Marzano, presidente di Stati generali dell’Innovazione.
Tra i punti chiave della giornata anche i diritti digitali di genere con la tavola rotonda della rete Wister (Women for Intelligence and Smart TERritories) e lo scenario dell’Open innovation come chiave per una nuova cultura d’impresa ispirata alla trasparenza e al modello collaborativo ( è qui che s’è lanciato il focus sullo smart working) con il talk condotto da Carlo Infante con Renzo Provedel. Infine si è tenuta una sessione di confronto nell’ambito della consultazione pubblica per il Programma Nazionale per la cultura, la formazione e le competenze digitali. Si è così rilanciata una piattaforma on line su cui raccogliere proposte ed esperienze da vagliare nel web.