Futuro delle città, qualità della vita, partecipazione dei cittadini

Il concetto di smart city inizia a precisarsi, in modo condiviso, nei diversi rapporti, pubblicazioni, convegni, progetti, e si orienta verso una visione interdisciplinare di integrazione di ecosistema urbano e digitale finalizzata al miglioramento della qualità della vita. Il dibattito rimane però confinato soprattutto tra gli addetti ai lavori  e si svolge con il rischio di assumere che l’evoluzione sia politicamente neutra
Convergendo su una definizione condivisa di “smart city”
Negli ultimi mesi da più parti sono stati profusi sforzi per precisare e incardinare ilconcetto di smart city su assi chiaramente interdisciplinari e orientati ai bisogni dei cittadini, intesi come “city user”. L’equivalenza tra città digitale e “città intelligente” è ormai chiaramente additata come estrema distorsione e anche la scelta operata dalla cabina di regia per l’Agenda Digitale Italiana di adottare il termine “Comunità Intelligente” va proprio nel senso di centrare l’attenzione sull’aspetto sociale in cui devono porsi la visione, gli obiettivi, le azioni. Guardando solo alle ultime settimane, tra le altre segnalo quattro iniziative significative in questa direzione: un’intervista a Salvatore Iaconesi, l’uscita dell’ultimo libro di Andrea Granelli, il rapporto di Ambrosetti per ABB, l’avvio del progetto “Roma Smart City”.

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