Agenda Digitale progetti al palo: quanto ancora NON si spende

 

Sentiamo sempre più spesso parlare di , Smart City, infrastrutture tecnologiche, connettività e digital divide, banda larga, green economy, open data e open source.. Sono tutti temi legati all’Agenda Digitale: un progetto nato concretamente in Europa e diffuso in tutti paesi aderenti all’Unione.

Il punto è che diventa sempre più obbligatorio realizzare questo progetto per cui l’Europa destina fondi,  sia per incoraggiare i paesi europei all’implementazione delle nuove politiche di sviluppo e coesione soprattutto in tempi di crisi economica, sia perchè la globalizzazione impone una rinnovata vision sociale, e va gestita anche in quei paesi più legati alla tradizione recentissima.

Questo l’aspetto sociologoco. Vediamo, adesso, entrando più nel dettaglio.

L’Agenda Digitale si sviluppa soprattutto nell’intento di creare reti di servizi ai cittadini, a basso costo e a basso impatto ambientale. Ma per far questo è necessaria una diffusione capillare dell’accesso ad Internet.

Erano 2,33% nel 1996, sono passati a 60,67% nel 2013. Un aumento di circa il 141%. Si parla degli accessi ad internet in Italia. Al momento, in Campania si è passati da una diffusione di accesso ad internet dell’1,40% del 1997 al 55,14% del 2013. Il dato migliore in assoluto ce lo fornisce la Regione Lombardia che è passata da un 2,80% di accessi del 1997 ad un 64,70% di accessi Internet nel 2013, con una percentuale di circa il 4% maggiore rispetto a tutto il resto del paese.
Sullo stesso trend della Lombardia la Toscana mentre la Calabria risulta fanalino di coda con appena il 51,64% di accessi nel 2013

E’ ancora poco. La copertura deve essere totale. E’ quello a cui puntano i fondi per la coesione destinati ad “Agenda Digitale”, perchè come dice l’art. 119, comma 5 della Costituzione : Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.

Nell’ambito dell’Agenda Digitale, al momento, i finanziamenti monitorati risultano in 2,5 mld di euro, di cui 1,5 mld effettivamente spesi per 20.197 progetti, di questi una grossa fetta, circa l’82,35% se l’è accaparrata l’acquisto in beni e servizi. L’11,5% è destinato alle infrastrutture, il 5,67% per finanziamenti alle imprese e solo lo 0,93% sono contributi alle singole persone che ne hanno fatto richiesta.

Ancora più nel dettaglio: in Campania si è avuto un finanziamento per 1.836 progetti per una cifra di 133 milioni di euro – quasi 43 euro pro capite – ma attualmente sono stati spesi solo 83,5 milioni di euro, per quanto riguarda Napoli Nord. Gli altri 49, 5 milioni restano al palo. Perchè?

A Salerno sono stati finanziati progetti per 79,6 milioni di euro – circa 71 euro pro capite – per 759 progetti. Di questa tranche stati effettivamente pagati 53 milioni. Restano 26,6 milioni di euro.

Ad Avellino la quota finanziamento è stata di 11,2 milioni di euro – 25 euro pro capite – per 300 progetti di cui pagati 6.7 milioni. Restano 4,5 milioni.

Caserta ha ricevuto 20 milioni – 21 euro pro capite – di cui spesi 12 milioni per 558 progetti. Restano 8 milioni di euro già finanziati

Benevento ha ricevuto 11,2 milioni di euro per 274 progetti – 38 euro pro capite – di cui spesi 5,6 milioni di euro. Restano 5,6 milioni di euro

In pratica sono 94.2 i milioni di finanziamenti non ancora spesi per realizzare progetti già messi, o ancora da mettere, in cantiere

L’Agenda Digitale Europea è un progetto che essenzialmente nasce in Europa il 19 maggio 2010  ed è una delle 7 strategie implementate dall’Europa per la crescita e lo sviluppo dei paesi dell’Unione. Tutte queste iniziative prendono oggi il nome di Europa 2020, come tutti sappiamo,  perchè si propongono di raggiungere gli obiettivi sociali entro il 2020.

L’Agenda Digitale Italiana (ADI) è stata istituita il 1°marzo 2012 con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, il Ministro per la coesione territoriale, il Ministro dell’istruzione e università e della ricerca ed il Ministro dell’economia e delle finanze.

Fa riferimento al Decreto Legge del 18 ottobre 2012, n° 179 “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” – c.d. provvedimento Crescita 2.0 – in cui sono previste le misure per l’applicazione concreta dell’ADI. I principali interventi sono previsti nei settori dell’identità digitale, della Pubblica Amministrazione, soprattutto Trasparenza e Open data, misure per l’istruzione digitale, la sanità digitale, per colmare il gap digitale, per i pagamenti elettronici e per la giustizia digitale.

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