Come da protocollo ….

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Senza essere super esperti in materia informatica tutti sappiamo che il web è nato per semplificare la vita sociale e allo stesso tempo mantenere saldi i valori della tutela della democrazia, cittadinanza e relazionali.

Insomma internet, di per sè, non è portatore di ‘mali assoluti’, anzi è portatore di gran bene ma per far questo necessita di regole, neanche troppo ‘restrittive’

Insomma le vie telematiche necessitano di ‘clips’ che consentano la criptazione di notizie ‘sensibili’ ma allo stesso tempo l’apertura necessaria alla totale trasparenza di tutto ciò che sia d’interesse pubblico.

Non è semplice, per definizione.

Il ‘neo umanesimo’ che necessariamente s’impone in tempi di ‘mercato risoluto’ fatica a trovare una via ideologica e/o filosofica, da cui far discendere dati ed impostazioni techniche che possano risolvere nettamente la ‘questione internet‘ quale quella che si sta sempre più profilando.

Alla base c’è sempre un aspetto di ‘cattiva volontà’.
Cattiva volontà dei governi ad aprirsi ad una totale trasparenza, per diciamo ‘ovvi motivi’ di opportunità – alcuni dati diventano ‘sensibili’ per i governi stessi ed anche in generale per la sicurezza dei cittadini e non solo degli Stati – e cattiva volontà per ragioni economiche: la velocità e la trasparenza, hanno un costo, soprattutto in un mercato che segue ancora ‘vecchie regole’ di sistema, difficili da bypassare.

Tutto ciò sta trasformando internet in un elemento di problematicità sociale al punto che spesso i governi cercano di ‘manipolarlo’ proprio per consentire il mantenimento degli ‘obsoleti’ schemi di mercato.

Forse tra qualche decennio, ma gli integralisti sperano prima, considereremo questi tempi come ‘primitivi’.

Tutto ciò si aggancia al tema della cibersecurity, che se da un lato apre sempre nuove prospettive e possibilità di lavoro, dall’altro è l’anello più debole di tutta la ‘questione internet’.

Perchè la cibersecurity si aggancia ad un altro discorso dei discorsi: gli appalti.

Cosa c’è di ‘meno trasparente’ nel mondo moderno? : l’appalto. Dunque la sicurezza di internet si lega al fattore economico dell’appalto di gestione a società specializzate o pseudo specializzate, e qui i nostri dati ‘sensibili’, corrono seri rischi.

Il nodo principale è questo.

Un caso tutto italiano

E’ il caso della vicenda relativa a Poste Italiane spa e a Gepin Contact spa, e sui connessi risvolti occupazionali.
La Gepin serviva a Poste italiane per la consegna dei pacchi e della posta. Dal 2015 c’è stata una risoluzione del rapporto con la Gepin, da parte di Poste italiane, che ha messo in cassa integrazione 287 unità su un totale organico di 347 lavoratori, dirigenti inclusi, per un 20 per cento del monte ore. Poi ancora si è proceduto ad altre fasi di Cigo: dal 10 agosto al 7 novembre 201 e dal 9 novembre al 5 dicembre 2015, a zero ore in regime di rotazione. Nella sede di Casavatore (NA) Napoli, fino ad agosto, la cassa integrazione ha coinvolto il 60 per cento degli addetti.

Ciò a fronte di una gara d’appalto indetta da Poste Italiane – a quanto pare con procedura illecita – per «l’erogazione di servizi di Customer Services del gruppo Poste Italiane» dove pare si evidenziassero una generale insufficiente valutazione e/o certificazione circa la professionalità del personale delle imprese candidate, ovvero sia delle singole figure professionali da adibire che dei relativi addetti.

Nella successiva gara d’appalto, nonostante la formula della «offerta economicamente più vantaggiosa» è prevalso l’aspetto economico-finanziario (60 per cento su quello tecnico del (40 per cento).
La valutazione sul capitolato tecnico si è basato esclusivamente su valori quantitativi (giorni) e non qualitativi. Anche in quest’ultima gara, infatti, i parametri riguardanti ogni aspetto professionale, quindi di know-how sono apparsi limitati solo alla formale partecipazione dell’azienda ad altre gare ed esperienze, senza specifici, dettagliati e certificabili criteri di valutazioni riguardanti le esperienze acquisite e/o gli studi o approfondimenti d’ogni specifica qualifica del personale adibito.

La logica sottintesa alle gare, quindi, pare sempre quella di ‘escludere l’esperienza’ esistente per ‘ribasarsi’ su esperienze nuove ma valutate quasi esclusivamente sull’efficienza – ovvero sulla abilità di espletare il servizio pubblico impiegando le risorse minime – anziché sull’efficacia: relazionare gli obiettivi di tale servizio all’accuratezza e completezza dei risultati raggiunti anche nella tutela dell’utente che appare solo formale o residuale.

Tempo fa ho partecipato ad un corso di formazione Formez sulle gare d’appalto per i ‘servizi internet’ e/o di comunicazione pubblica.

Ora sganciandosi per un attimo dal caso particolare di Poste italiane, le quali comunque devono necessariamente basare tutta la loro strategia nell’ottica dell’inter-comunicazione ed interattività con l’utenza, e questo è bene ricordarlo, in generale, esiste un protocollo, riconosciuto e voluto dal governo italiano, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, chiamato E-Glu

Si tratta di un protocollo per le gare d’appalto dei servizi telematici basato sullo Human Centred Design – l’uomo al centro dei progetti, disegni che centrano l’umano … perchè questo dovrebbe essere il web, altrimenti risulterebbe solo un vettore vuoto, che non riesce a trasportare neanche denaro ..

Presentato per la prima volta al convegno del Forum PA “Smart siti” del maggio 2015, è disponibile in formato esclusivamente digitale, versione 2.1, per la realizzazione di test semplificati di usabilità, per formulare gare d’appalto o servizi efficienti all’utenza, via telematica

Il protocollo tiene a raggiungere l’obiettivo di fornire linee guida essenziali, a chi si occupa di gare d’appalto nella pubblica amministrazione, cui attenersi rigorosamente per svolgere correttamente un protocollo d’intesa e/o una gara d’appalto di servizi pubblici.

Qual è il dato che si vuole mettere in risalto

E’ che il protocollo parla espressamente di ‘valore umano’ cui fare riferimento rapportato all’usabilità come parametro di valutazione di tutti i servizi.
Quindi nella gare d’appalto quasi s’impone di fare esplicito richiamo ai ‘test di usabilità’ e precezione dell’utente definita ‘user experience’.

Il processo di e-Government e di Open Government, che si propone di digitalizzare i servizi pubblici e rendere “trasparenti” gli atti amministrativi, potrà compiersi solo se sarà in grado di fare in modo che ogni cittadino riesca a utilizzare l’enorme mole di informazioni e di servizi, a prescindere dalla condizione e posizione lavorativa, dall’età, dal livello di scolarizzazione e dal dispositivo utilizzato (computer, tablet, smartphone).

Ciò nonostante, la diffusione dell’usabilità nelle PA è ancora molto ridotta se si considera che solo il 2% delle amministrazioni a fine 2012 dichiarava di svolgere sistematicamente test di usabilità e che la presenza di requisiti di usabilità nelle gare d’appalto è poco più che episodica.

E non è tutto, La salvaguardia dei dati sensibili in possesso delle amministrazioni è sempre un fatto ‘d’opinione’. Siamo alla modalità ‘interpretazione’ anche riguardo ‘dati statistici e/o informatici’

E’ il massimo dell’esempio degli ‘schemi’ tutti italiani che si snocciolano costantemente e a volte vanno anche oltre le necessità di mercato interno o internazionale, mostrando quella continua caratteristica dello ‘stop and go’ che ne fa un paese preda di crisi di nervi

In conclusione, a cosa servono le splendide politiche per l’informatizzazione del paese, l’alfabetizzazione telematica, i dettati di legge sull’Agenda Digitale, italiana, europea, internazionale e finanche mondiale, se poi la filosofia che sottendono è una filosofia di puro mercato e tende ‘al ribasso’?

Si rischia di vanificare tanto lavoro ben fatto, svuotando tante parole ben spese e depauperando l’intera etica sociale … come se ve ne fosse bisogno …

PS.

A chi interessasse conoscere gli esiti della vicenda Gepin Contact, trascrivo di seguito la risposta della sottosegretaria FRANCA BIONDELLI, all’interrogazione parlamentare dell’onorevole Miccoli ed altri, relativa il caso.

Nuova gara di appalto per l’erogazione di servizi di customer service di Poste Italiane Spa e le conseguenti vicende occupazionali dei lavoratori della Gepin Contact.

Biondelli : In proposito, faccio presente che la salvaguardia dei posti di lavoro nei casi di subentro di nuovo appaltatore è stata proprio oggetto di riflessione del Governo nell’ambito dei lavori parlamentari per l’approvazione del disegno di legge delega recante delega al Governo per la riforma del Codice degli appalti, legge n. 11 del 2016. Ricordo, infatti, che l’articolo 1, comma 1, lettera fff), della predetta legge, individua, tra i principi e i criteri direttivi cui dovrà attenersi il Governo nell’esercizio della delega, la previsione di una disciplina specifica per gli appalti pubblici di servizi, con particolare riguardo a quelli ad alta intensità di manodopera, prevedendo l’introduzione di clausole sociali per la stabilità occupazionale del personale impiegato, prendendo a riferimento il Contratto collettivo nazionale di lavoro, che presenta le migliori condizioni per i lavoratori, ed escludendo espressamente al ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d’asta o, comunque, nel rispetto del diritto dell’Unione europea.
  Questo rappresenta un’importante innovazione, soprattutto per le imprese che svolgono attività di call center, poiché mira a salvaguardare i livelli occupazionali, favorisce il ruolo della contrattazione a livello nazionale ed aziendale, contrastando proprio quelle pratiche di dumping sociale a scapito dei lavoratori. Più in particolare, per quanto riguarda la recente gara per l’assegnazione, da parte di Poste Italiane Spa, di servizi di customer care, nel cui ambito si collocano i precedenti appalti del gruppo Gepin Contact, il Ministero dello sviluppo economico ha fatto sapere che la menzionata gara è tuttora in corso di svolgimento e che è in atto, da parte di Poste Italiane Spa, la verifica di congruità delle offerte.
  Relativamente ai criteri di aggiudicazione stabiliti in capitolato, Poste Italiane ha riferito che il criterio adottato nella gara non è quello del prezzo più basso ma quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa che, come è noto, prevede una ponderazione del parametro economico con i parametri tecnico-qualitativi. Inoltre Poste Italiane Spa ha precisato che nella gara in argomento il criterio del prezzo non è prevalente ma ha un’incidenza pari al 50 per cento, analogamente ai parametri tecnico-qualitativi. Poste Italiane Spa ha evidenziato altresì di essersi dotata di un proprio albo fornitori dedicato ai servizi di contact center nell’ambito del quale effettua valutazioni periodiche sulla base di determinati parametri di natura economico-amministrativa, al fine di evitare la partecipazione alle gare di soggetti privi delle caratteristiche necessarie per l’erogazione di servizi di qualità. Per quanto concerne gli aspetti di specifica competenza del mio Ministero, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, voglio ricordare che con decreto direttoriale del 2 aprile 2015 è stato autorizzato, con riferimento alla sede di Roma, il trattamento di integrazione salariale a seguito della stipula di un contratto di solidarietà in favore di 131 unità per il periodo dal 1o gennaio al 31 dicembre 2015. Segnalo inoltre, sempre con riferimento alla medesima sede, che la società ha presentato lo scorso 16 dicembre un’istanza per l’accesso al trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 18 gennaio 2016 al 17 gennaio 2017, a seguito della stipula di un contratto di solidarietà. Tale istanza è infatti attualmente in fase di istruttoria. In ordine alle problematiche segnalate dagli onorevoli interpellanti, è stata convocata presso il Ministero dello sviluppo economico una riunione avente ad oggetto la situazione della società di Gepin Contact proprio per il prossimo 9 febbraio, quindi a giorni. Da ultimo, nell’evidenziare la rilevanza della vicenda in parola e nel rappresentare che ad oggi non risulta comunque avanzata al Ministero che rappresento alcuna istanza di valutazione della situazione aziendale in questione, posso però assicurare sin d’ora la disponibilità a valutare eventuali futuri sviluppi della situazione occupazionale mettendo eventualmente in campo, ove ne ricorressero i presupposti, tutti gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla vigente normativa.

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